Si è tenuto ieri sera sul piazzale esterno d’ingresso del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, un toccante momento di preghiera per il popolo ucraino e l’umanità intera, investita da venti di guerra che si pensavano ormai non più realizzabili.
La riflessione è stata fortemente voluta dal cappellano del nosocomio leccese, don Gianni Mattia, anche nella sua veste di presidente dell’Associazione “Cuore e mani aperte” OdV, fondata 21 anni fa e da sempre particolarmente attenta, con tanti progetti, alla umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri.
I canti sono stati curati dall’Accademia di coralità emozionale e scienze umane “Just4Jesus”, diretta da Tyna Maria.
La facciata del “Fazzi” si è rivestita dei colori della pace. Infatti, lungo il piazzale d’ingresso sono stati stesi 7 drappi, uno per ogni colore della bandiera della pace: viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso. Campeggia, inoltre, uno striscione con il seguente messaggio “Preghiamo uniti per la Pace”.
Un momento di preghiera, con anche letture di riflessioni di don Tonino Bello e di Papa Francesco, che ha voluto essere altresì una testimonianza di vicinanza e solidarietà al popolo ucraino e al contesto internazionale intero.
Erano presenti numerosi volontari e persone comuni simbolicamente unite nella preghiera con la comunità dei degenti attualmente ricoverati nella struttura sanitaria e col personale ospedaliero. Sono intervenuti, inoltre, il direttore generale della costituenda Azienda ospedaliera “Vito Fazzi” di Lecce Stefano Rossi e il direttore medico di presidio Carlo Sabino Leo.
“La pace in questo mondo martoriato - ha detto durante la veglia don Gianni Mattia - cerca di venire a noi sotto forma di preghiera e vita. Avete mai notato che i colori della pace sono sette esattamente come i giorni della creazione? I primi sei giorni Dio creò ogni cosa e il settimo si fermò per riposare e benedire quanto aveva fatto. Oggi ci fermeremo tutti insieme per benedire l'amore che Dio ci ha donato. Affinché la pace possa penetrare e rivestire ogni cuore e il mondo smetta di essere come uno splendido giardino con fiori recisi”.
“Apritevi all'amore - ha concluso il cappellano -, non importa quale sia il vostro credo, la vostra cultura, la vostra età. Siate pronti ad accogliere ogni piccolo sospiro di vita e con esso siate vita! La guerra distrugge ogni cosa, la speranza, il futuro, ma non l'amore, esso resiste e ci rende tutti giardinieri nelle mani di Dio”.