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Tristezza, rabbia, paura, angoscia, preoccupazione e incertezza, ma anche compassione per le vittime assieme alla speranza di approdare a una soluzione.

 

 

 

Gesti di solidarietà concreta nel 68% dei casi, scarsa fiducia nel ruolo delle istituzioni politiche internazionali e nazionali. Sono i primi risultati del monitoraggio in tempo reale della risposta della popolazione italiana alla guerra in Ucraina, avviato da un gruppo di ricerca composto da docenti dell’Università del Salento - Dipartimento di storia società e studi sull’uomo e dell’Università di Foggia, in collaborazione con l’Eicap - European institute of cultural analysis for policy. Il progetto, coordinato dalla prof. Terri Mannarini, docente di psicologia sociale all’Università del Salento, ha lo scopo di conoscere e registrare le variazioni nel tempo della risposta della popolazione italiana al conflitto in corso, di rendere i dati raccolti pubblici e fruibili anche per un pubblico non specializzato e di fornire elementi di conoscenza alle istituzioni e ai decisori pubblici per elaborare interventi orientati a sostenere una risposta resiliente della popolazione italiana alla crisi ucraina.

La rilevazione periodica su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta è volta a monitorare la reazione emotiva al conflitto, le strategie di fronteggiamento messe in atto, i comportamenti di solidarietà, la fiducia nelle istituzioni circa la loro capacità di risolvere il conflitto, le prospettive per il futuro, la percezione dei profughi Ucraini.
I risultati verranno resi noti attraverso una dashboard online, in grado di fornire in modo chiaro e sintetico informazioni aggiornate e grafici sugli andamenti. Intanto, sono già online (LEGGI) i risultati della prima rilevazione, condotta su un campione nazionale rappresentativo di 1010 soggetti adulti. La successiva rilevazione sarà effettuata nel corso della prossima settimana.
“L’indagine riveste un’importanza nodale tanto per la ricerca scientifica di area umanistico-sociale, quanto per la politica che deve conoscere i comportamenti, le percezioni, le preoccupazioni della popolazione, soprattutto dinanzi a modificazioni radicali degli scenari di riferimento - commenta il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice”. “Queste analisi sono per esempio fondamentali in ambito geografico. L’insieme di rappresentazioni del mondo che vengono offerte e veicolate dai mezzi di comunicazione di massa e dalla cultura popolare costituiscono la geopolitica popolare e hanno acquisito una crescente rilevanza nell’analisi geopolitica. Occorre infatti considerare che le nazioni sono costrutti storico-culturali che si alimentano attraverso l’immaginazione geopolitica dei popoli. Studiare come si forma ed evolve questa immaginazione - ha concluso Pollice - può aiutarci a comprendere la genesi dei conflitti e, in prospettiva, a prevenirli”.

 

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