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Nel clima della Pasqua che già inizia a pregustarsi, Lecce si prepara a celebrare la sua compatrona: Maria Santissima Addolorata.

 

 

 

Nel tempio che ne custodisce il simulacro, la suggestiva chiesa di Sant'Angelo, è tutto pronto per i giorni di grazia che, nella preghiera e nella riflessione, saranno via per giungere preparati spiritualmente alla festa di venerdì 8 aprile.

Il priore della omonima confraternita Claudio Selleri insieme al padre spirituale mons. Luigi Fanciano, dopo l'intronizzazione della statua che avverrà domani 29 marzo, hanno pensato ad un settenario (dall'1° al 7 aprile) che ogni giorno dopo la recita della coroncina dei sette dolori e delle litanie dell'Addolorata, vedrà  quotidianamente alternarsi per la celebrazione dei divini misteri (ore 18) mons. Antonio Montinaro, don Angelo Rizzo, don Alessio Seconi  (domenica 3 aprile alle 11), don Alberto Taurino, don Vito Caputo, don Mino Arnesano , don Gaetano Tornese e il protopapàs Nik Pace.

La vigilia della festa, tuttavia, avrà un sapore del tutto particolare: dopo i divieti posti in essere dalla pandemia torna, infatti, la processione solenne con sosta in Piazza Duomo (giovedì 7 aprile alle 17,30) con cui la Vergine dei dolori, passando per alcune vie cittadine vorrà idealmente porre Lecce sotto la sua materna custodia.

L'8 aprile è, dunque, giorno di festa: dopo la messa delle 10.30 presieduta da mons. Mauro Carlino, rettore della basilica del Rosario, il gaudio sarà altrettanto grande perché alle 19 sarà l'arcivescovo Michele Seccia a presiedere i divini misteri affidando alla Vergine la comunità diocesana di cui egli è pastore e guida.

Appendice significativa quella dell'11 aprile quando, nella celebrazione delle 19, si avrà un particolare e grato ricordo per i confratelli e le consorelle defunti oltre che per i benefattori tutti.

Entusiasta, il priore Selleri afferma: "dopo due anni di limitazioni, la Provvidenza ci dona di poter ritornare a festeggiare la compatrona della nostra città. Sia innanzitutto festa dello spirito durante la quale, da figli, ci stringiamo alla Madre che ci mostra Cristo quale via di salvezza. E sia anche festa di un popolo, quello leccese, che si riscopre unito da valori grandi ed in grado di costruire e amare il bene comune".

 

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