Il tema della famiglia, oggi sottoposta a molteplici attacchi e difficoltà, vere e proprie croci, ha accompagnato, l’altra sera, la Via Crucis comunitaria svoltasi presso la parrocchia Santa Maria dell’Idria a Lecce presieduta da m𝐨𝐧𝐬. 𝐂𝐫𝐢𝐬𝐭𝐨𝐟𝐨𝐫𝐨 𝐏𝐚𝐥𝐦𝐢𝐞𝐫𝐢, vescovo emerito di Rreshen.
Si è ripercorso il cammino di Gesù verso il Calvario; un cammino di passione e di morte, di risurrezione e di vita. Condividendo con Lui la fatica di tante famiglie che si sentono sole, deluse o non amate, e che hanno smarrito la speranza di essere felici insieme, come se la loro vita fosse ormai un fallimento; di tante famiglie che non riescono più a credere nella potenza del Risorto e nella grazia rigenerante del suo Spirito. Il pio esercizio, con cui tutta la comunità si è messa in preghiera, ha esortato i genitori perché siano in grado di guidare i figli verso gli autentici valori della vita, con la parola e la testimonianza, in cammino verso la gioia della Pasqua con tutta la Chiesa di Dio. Come in questi ultimi anni, si vuole anche in questo, sostare nella meditazione della Via Crucis del Signore, vedendola riviverla in tutte le famiglie, da ciascuno dei suoi membri, (sposi, figli, anziani e ammalati...) perché il tutto sia vissuto alla luce della passione del Signore senza che niente vada sciupato, di ciò che accade nella gioia e nel dolore.
Il presule, in una sua mozione iniziale ha detto: “il ritrovarsi insieme in alcuni momenti dell’anno liturgico particolarmente intensi e ricchi di significato, in famiglia, intorno all’altare del Signore, a pregare per le nostre famiglie, crediamo sia una cosa non solo opportuna ma fortemente auspicabile e necessaria. E lo facciamo in unione con tutte le famiglie cristiane che in questi ultimi cinque anni si sono impegnate a riflettere sul loro stato di vita, secondo quanto Papa Francesco chiedeva di fare con una sua lettera nella quale cantava la gioia dell'amore familiare oltre che ad affrontare le difficoltà che la vita ci propone. Rispecchiamoci in tutto quello che vedremo, ascolteremo, e trovandoci sicuramente più o meno manchevoli in qualcuno degli aspetti presi in considerazione, pensiamo anche, a tutte le famiglie che conosciamo, e preghiamo, impegnandoci a metterci tutti a servizio gli uni degli altri per il bene di tutti.” -
Proprio il Santo Padre Francesco, nella sua lettera apostolica "Amoris Laetitia", ci faceva riflettere con queste parole: «oggi la famiglia corre il rischio di trasformarsi in un luogo di passaggio, al quale ci si rivolge quando pare conveniente per sé o dove si va a reclamare diritti, mentre i vincoli rimangono abbandonati alla precarietà volubile dei desideri e delle circostanze. In fondo oggi è facile confondere la genuina libertà con l'idea che ognuno giudica come gli pare. La famiglia ha una vocazione naturale ad educare i figli. Per essere genitori occorre amore e dialogo, sensibilità e un linguaggio proprio dei figli. Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto…».
Gesù muore per tutti, non solo per chi è perfetto o per chi si ritiene tale. Nella Chiesa, il mistico corpo di Gesù, c'è posto per tutti: santi e peccatori.
Questo deve dare coraggio e speranza a chi si trova in situazioni particolari, spesso definite fuori dalle regole canoniche. Apriamoci dunque al soffio dello Spirito che Gesù ci dona morendo sulla croce e lasciamo che la sua luce guidi la nostra capacità di giudizio e discernimento, convinti che, come leggiamo nella lettera di Paolo ai Corinzi, alla fine rimangono tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità.