“Una comunità viva che si fa vicina al popolo, che dona amore ed è significativa per l’uomo di oggi. Così 25 anni diventano ripartenza per nuovi traguardi”.
Questa la riflessione di mons. Stefano Sanchirico, prelato in servizio in Vaticano, nella celebrazione a San Massimiliano Kolbe, a Lecce, in una chiesa gremita da giovani e famiglie.
“Celebrare questo 25° anniversario significa ricordare che questo luogo è un luogo santo - ha aggiunto mons. Sanchirico -, santo perché abitato da Dio, santo perché qui, ‘se due o tre’ sono radunati nel nome di Gesù, egli è qui, santo perché qui si ascolta la sua Parola, perché qui troviamo riposo quando siamo stanchi e sfiduciati, perché qui siamo consolati con i sacramenti del suo amore, perché da qui prendiamo il largo per annunciare, con le nostre buone opere, il Vangelo del Regno”.
Il parroco, don Antonio Murrone, ha aggiunto al termine della celebrazione, prima dello spettacolo pirotecnico: “Come 25 anni fa, facciamo nostra la promessa di essere sempre una casa fra le case, una famiglia in mezzo alle altre famiglie, una comunità di fratelli amati da Dio, desiderosa di abitare qui per mostrare il volto benevolo e accogliente del Padre e condividere i doni della salvezza”.
Sono stati proiettati videomessaggi augurali anche dai cardinali Comastri, Gambetti e Krajeski e dell’arcivescovo Gänswein. Ma anche dai bambini del Kenia, dove si sta costruendo una grande scuola per alunni poverissimi e con cui la parrocchia di Kolbe ha siglato un gemellaggio.
Il prelato della Santa Sede ha ringraziato tutta la comunità per la calorosa accoglienza. La festa civile infine ha visto la numerosa partecipazione delle famiglie, i bambini, i giovani con il concerto di Franco Simone, i gonfiabili, una cena in piazza ed una serata di karaoke.