È questa l'immagine che da sempre ha offerto don Pasquale De Luca, fin dal primo giorno a servizio della parrocchia di San Guido a Lecce, prima come viceparroco e successivamente come parroco.
Una storia dedicata ad una comunità, succedendo al primo parroco mons. Antonio Giancane che aveva creato la comunità nel quartiere conosciuto nella città di Lecce come la zona “de li uastasi”. Don Pasquale con la sua semplicità, umiltà, senza pregiudizi e sempre disponibile è stato l'anima di questo quartiere.
La sua casa era la parrocchia, pochissime assenze e soprattutto conoscitore delle famiglie, dei casi difficili, delle tragedie e delle povertà. Uno stile di essere prete immerso nella comunità, vicini e lontani, e sempre pronto ad intervenire.
Presente con la benedizione delle case, porto dopo porta, con accanto il fedelissimo “Nino”, sagrestano da sempre. Pronto ad andare nelle carceri a trovare i suoi parrocchiani e partire con la sua “Fiat 500”, la macchina di sempre e mai cambiata, per portare i pacchi di aiuti alle famiglie povere.
Ma sempre con la tonaca, la stessa, stracciata nei bordi e svolazzante, per indicare il suo passaggio di prete innamorato della comunità, e senza aver mai escluso nessuno. Qualcuno potrebbe dire che era il prete di un tempo. No. Don Pasquale sarebbe stato attuale anche oggi, perché questo è lo stile del prete che ama i fedeli, si dona e sa dover essere servo di tutti. Lo ha fatto anche con la malattia e fino all'ultimo istante.
Chi scrive da don Pasquale è stato battezzato, ha ricevuto l'eucarestia ed accompagnato all'altare per la cresima e l’ordinazione sacerdotale. È una presenza intoccabile che segna per sempre e rimane un punto di riferimento. Ma così è stato per tanti nella parrocchia di San Guido, tutti segnati ed accompagnati da questo stile sacerdotale che non lascia indifferenti e fa molto riflettere. Dopotutto i cari don Sandro Quarta e don Carlo Calvaruso sono il frutto di questo esempio sacerdotale, come anche il diaconato permanente di Sandro Gigante.
Un modello sacerdotale che formato tanti laici, dagli insegnanti di religione ai catechisti, dai professionisti a tante altre figure che hanno trovato in lui un riferimento per decidere sulla vita. Possiamo allora dire che don Pasquale è ancora vivo in tutti coloro che lo conservano nel cuore come maestro di vita e di fede.
Sono trascorsi venticinque anni dalla sua scomparsa e sempre che la tonaca di don Pasquale ancora percorra le strade del quartiere, grazie anche ai due parroci successori don Gino Sergio e don Alessandro Saponaro, che hanno saputo camminare anche sulle sue orme.
Una scelta lodevole ricordare questo anniversario, perché è l'occasione per riportare alla memoria di molti la sua stupenda figura sacerdotale. Grazie don Pasquale…