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Con il buon cuore e l’ospitalità fraterna di don Antonio Orlando, cappellano della chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo di Lecce, una piccola rappresentanza delle tre comunità urbane di San Massimiliano Kolbe, San Giovanni Battista e San Sabino, guidate dai parroci don Sandro Quarta e don Antonio Murrone, ieri pomeriggio si sono raccolte in preghiera per il consueto pellegrinaggio al cimitero in suffragio dei propri defunti.

 

 

 

Nella celebrazione liturgica non a caso la Parola proclamata, tratta dalla Lettera di San Paolo ai Romani, sottolinea che il pieno compimento della legge è l’amore, declinato secondo il comandamento Amerai il prossimo tuo come te stesso. E seppellire i morti è una delle sette opere di carità corporale che autenticano la vita di un cristiano.

Nella sua omelia don Sandro, infatti, ha evidenziato che Gesù non ha mai cercato di riscuotere gli ampi consensi delle folle oceaniche o di cavalcarle, ma ha piuttosto insegnato che la Sua sequela implica precise scelte esistenziali, come il portare la croce ogni giorno fino a dare la vita per Lui, avere con Lui un forte rapporto d’amore, di pace e di grazia.

“In questo momento dell’anno liturgico, che volge ormai al termine, in queste giornate e in questo luogo - ha concluso il parroco - è giusto domandarsi il senso del nostro apostolato nelle nostre comunità, se le nostre attività siano vissute veramente nello Spirito del Signore, di chi vuole con fraternità aperta donare la vita per Lui”.     

 

 

 

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