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“Non partiamo da zero. Serve uno stile nuovo per continuare il cammino”, queste le parole del parroco don Antonio Murrone all’incontro con il consiglio pastorale, in occasione dell’apertura del cammino sinodale nella comunità parrocchiale di San Massimiliano Kolbe in Lecce. 

 

 

 

C’è bisogno di una conversione pastorale per «tradurre in italiano il Concilio nel solco dello slancio con cui le Chiese in Italia in questi cinquant’anni hanno cercato di dire il vangelo nel genio del nostro Paese”. Ora, la novità. Profonda. Si comincia dal basso. E tutti sono coinvolti: uomini e donne; sacerdoti, diaconi, vescovi, cardinali, religiosi e religiose, missionari e missionarie. Laici. I tempi erano maturi per una più larga partecipazione del popolo di Dio a un processo decisionale che riguarda tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa.

La comunità di San Massimiliano Kolbe, dunque, si mette in ascolto: ascolto delle persone anche attraverso i social per una relazione autentica di quanti non possono essere raggiunti. In ascolto di ammalati e sofferenti, si raggiungeranno le persone nelle loro abitazioni, per raggiungere anche le situazioni di povertà e marginalità sociale. È un cammino che vedrà impegnata tutta la comunità di San Massimiliano Kolbe, per tutto il mese di novembre e parte del mese di dicembre

Tutto questo attraverso una sinergia con tanti laici adulti e giovani che si sono messi a disposizione, per questo servizio importantissimo che porterà agli spunti di riflessione e alla relazione da sottoporre all’arcivescovo Seccia.

Saranno allestiti dei tavoli in strada per ascoltare, e così anche nei centri commerciali del quartiere, del mercato rionale, delle scuole presenti sul territorio.

Ogni intervistato, potrà dire “la sua”. Sarà un mezzo per ascoltare sul serio la gente comune, la gente che vive, che lotta e che soffre. Il desiderio del parroco è quello di “fare sul serio, di vivere un sinodo guidati dallo Spirito Santo, di ascolto e di riflessione di discernimento; ma anche di proposte per il bene della comunità, per essere una piccola porzione della Chiesa diocesana e universale, che vuole dare il proprio contributo del cammino sinodale, voluto dal Santo Padre e aperto da mons. Seccia nella nostra diocesi”.

Tutta la comunità è stata investita di questo dono, di questo servizio a partire da un momento di adorazione eucaristica, un momento di spiritualità che ha dato il via al sinodo della parrocchia.

Don Antonio ha stabilito degli incontri per l'ascolto di ragazzi e dei giovani attraverso dei questionari all'interno della comunità, nei gruppi parrocchiali, in ascolto di tutti i gruppi ecclesiali insieme a rappresentanti di associazioni, di categorie di lavoratori che vivono nel territorio parrocchiale; ma soprattutto in ascolto dei giovani nei loro luoghi di frequentazione e di incontro: dalla movida ai pub, ai bar, alle pizzerie.

L’ascolto parte dal basso e quindi i laici andranno in ascolto per strada, nei luoghi dove la gente vive. Le catechiste hanno in programma l’ascolto dei bambini. Non sarà del tempo perso.

In alcuni incontri i bambini saranno liberi di parlare di come vivono la comunità, la loro partecipazione alla Catechesi, alla vita di gruppo, il rapporto con il presbitero, con il parroco; e ancora il rapporto tra bambini.

Quale immagine di Chiesa hanno i bambini? L’obiettivo è ascoltare la vita reale delle persone, ascoltare tutti coloro che hanno qualcosa da dire alla Chiesa sul camminare insieme oggi, sulla comunione, partecipazione e missione della Chiesa, ricordando che la missione fa la Chiesa.

 

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