L'11 novembre scorso è stata la festa di San Martino, vescovo di Tours (Francia) nel IV secolo, dove si celebra la generosità di un santo fin dal Medioevo.
Conosciamo bene la storia del santo che ha donato metà del suo mantello e dei suoi viveri ad un povero ricevendo in premio la cosiddetta Estate di San Martino, cioè quei 2-3 giorni di metà novembre spesso più caldi. Proprio a lui sono connessi tanti detti, proverbi, riti, usanze e tradizioni gastronomiche in molti luoghi dell'Italia e dell’Europa.
Numerose sono ogni anno le sagre, fiere e riti tradizionali legati al culto di San Martino e al vino novello. La parrocchia e l’oratorio di Santa Maria dell’Idria in Lecce, nel rispetto di tale tradizione, ha organizzato per stasera 13 novembre nel chiostro del convento dei padri vincenziani, la “Festa di San Martino”, una serata al profumo di carne alla brace, pittule calde, castagne caldarroste e vino. Le tradizioni cristiane facevano iniziare a metà novembre il periodo di digiuno e penitenza antecedenti il Natale e, dal momento che in questo periodo era necessario svuotare le botti per il vino nuovo, ecco che i contadini approfittavano di due giorni per godere dei prodotti della terra e terminare tutto il vino dell’anno precedente, condividendo momenti di gioia.
La “Festa di San Martino” quest’anno diventa anche condivisione in vista della V Giornata mondiale del povero, perché all’interno dell’iniziativa, il gruppo del volontariato vincenziano ha lanciato l’idea del “panino sospeso” perché quando la solidarietà parte dal basso ha sempre un peso sociale, economico e emotivo più grande.