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Le religioni come la vita stessa ci insegnano l’importante mistero del binomio morte-rinascita. Un discorso simile potrebbe incutere timore, eppure il fascino della forza umana supera tutte quelle paure e sofferenze che conducono alla meraviglia della propria evoluzione. È il caso di Tonia Serio, colpita da un male insidioso, quello del tumore.

 

 

 

Tonia Serio, che cosa ha significato rifiorire per te?

La rinascita è stata lenta e a tratti, faticosa. Quando ho finito la chemioterapia, mi resi conto che non ero felice. L’unica cosa che mi rasserenava era poter fare una doccia senza problemi dato che mi era stato tolto il pic. La paura che quel male sarebbe ritornato era tanta. Infatti, è tornato. Mi è stato diagnosticato un tumore cronico linfatico e alle ossa della schiena, che mi tiene in perenne monitoraggio presso l’ospedale di Gallipoli. Ad ogni modo, ho ricominciato a vivere sì, decidendo di iscrivermi al coro e a una compagnia teatrale, sentendomi più serena, anche se effettivamente, da questo male non ne sono mai uscita definitivamente.

Ti va di parlarci dei progetti che stai vedendo pian piano realizzarsi, come quello che si terrà domani a Lequile? Di cosa si tratta?

Il primo progetto è “Forse domani sarà tutto passato”, il libro che ho scritto durante la chemioterapia, nel quale racconto la mia esperienza di malata oncologica. Il ricavato della vendita delle copie ha permesso di costruire una cisterna in Mozambico, grazie anche all’aiuto di Fra Luca, un missionario che si occupa di bambini orfani di guerra.

Un altro importante progetto è l’associazione “Io vivo a colori”, creata con mio marito (che io chiamo affettuosamente Toniomio), con la quale abbiamo programmato diversi eventi. Tra questi, proprio, la partita di calcio tra medici dell'oncologia e medicina di Gallipoli e i familiari delle pazienti che si terrà domani 7 novembre alle 17,30 presso il campo sportivo di Lequile. Lo scopo dell’evento, come sempre benefico, è raccogliere fondi per l'acquisto di uno scanner venoso, per alleviare le cure dei malati oncologici.

Secondo te, questi eventi potrebbero incentivare in qualche maniera, la prevenzione, soprattutto a chi non ha la forza o gli strumenti per reagire a una diagnosi di natura oncologica?

Io ci sto provando a sensibilizzare, proprio attraverso questi progetti, perché il tumore odia la gioia e si nutre di tristezza. Voglio dare un senso positivo alla vita, non solo mia, ma di tutti coloro che come me, vivono una situazione analoga, perché forse domani sarà tutto passato.

 

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