Sono giorni di trepidante attesa per i fedeli di Monteroni che ormai si apprestano ad accogliere le sacre reliquie del patrono, Sant’Antonio di Padova. Per il comune dell’hinterland leccese, si tratta, senza dubbio, di un grande privilegio.
Sant’Antonio è in assoluto una delle figure più amate della storia cristiana, le richieste di avere quelle reliquie (nel video allegato una presentazione completa) giungono ai frati custodi della sua basilica in Veneto da ogni parte del mondo e non è affatto semplice esaudirle tutte. Monteroni ha però ottenuto questo onore, dietro il quale è possibile vedere la precisa volontà del santo di venire a far visita ai suoi devoti in Puglia.
Del resto, il passaggio delle reliquie antoniane per la cittadina monteronese è uno straordinario evento di grazia non solo per la comunità del posto ma per l’intera arcidiocesi. Non a caso la prima tappa venerdì prossimo sarà a Lecce in Piazza Duomo. Verranno accolte dall'arcivescovo Michele Seccia e sosteranno in episcopio da dove il giorno dopo saranno poi trasferite a Monteroni dove lo stesso presule presiederà la solenne concelebrazione di accoglienza.
Ovviamente non sappiamo se, durante la sua vita terrena, Sant’Antonio abbia mai sentito parlare del nostro territorio. Ai suoi tempi, nel XIII sec., Monteroni altro non doveva essere che un piccolo casale di campagna. Tuttavia, si può stare certi che in cielo abbia conosciuto bene i luoghi affidati al suo speciale patrocinio. In tale ottica, la presenza delle reliquie in paese è molto significativa. A leggere la cosa sul semplice piano umano, sarà scritta una bella pagina di storia locale e si vivrà un avvenimento meritevole di essere tramandato alle generazioni future. In prospettiva spirituale però il fatto assume un’importanza ancora più profonda. Come sempre accade in casi del genere, se i monteronesi pregheranno con fede, allora Sant’Antonio compirà davvero grandi miracoli nella loro comunità. Svaniranno rancori, antichi odi si estingueranno, chi è lontano dalla fede ne riscoprirà la bellezza, chi è nella prova acquisterà nuova forza o coraggio, l’animo di quanti sono nella tristezza potrà schiudersi alla gioia celeste, chi è immerso nel peccato avrà l’occasione di ricominciare a vivere e non è detto che non possa sorgere, magari tra i più giovani, qualche vocazione sacerdotale.
Ma sul serio attraverso la venerazione dei resti di un personaggio vissuto nel Medioevo è possibile ottenere grazie così alte? Certamente. Il culto delle reliquie è infatti antichissimo, risale ai primi tempi del Cristianesimo. Esso ricorda come la redenzione operata da Cristo non riguardi soltanto l’aspetto spirituale dell’uomo ma anche la sua dimensione materica, il corpo. Le reliquie quindi testimoniano una chiara presenza di eternità e rimandano a quella resurrezione dei corpi che, professata nel Credo, avverrà nell’ultimo giorno. Quando un santo, dopo aver proclamato Cristo per l’intera vita, conclude la sua esistenza terrena, ecco che il nome del Salvatore non resta racchiuso nel suo estremo respiro ma scorre nel suo sangue, si incide nella sua carne, resta impresso nelle sue ossa che continueranno a testimoniarlo per sempre. Così è per Sant’Antonio di Padova: queste reliquie proclamano la crocifissione e la resurrezione di Gesù. Sono un segno concreto della salvezza universale operata dal Figlio di Dio e della vittoria sulla morte. Per tutti questi motivi, siamo convinti che il loro transito per le nostre vie porterà su Monteroni un fiume di misericordia e di benedizioni da parte del cielo e segnerà una pesante sconfitta del male.
Un'ottima guida alle celebrazioni liturgiche sarà il volume pubblicato di recente (CLICCA QUI) dall'arciprete don Giuseppe Spedicato che raccoglie una serie di formulari da utilizzare durante la Tredicina e nei giorni della festa quest'anno impreziosita dalla presenza a Monteroni del reliquiario del santo patavino.