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“Uccidere un uomo significa uccidere un mondo intero”. E allora quanti “mondi dobbiamo vedere uccisi per fermarci?”. “Quante volte devono volare le palle di cannone prima che siano bandite per sempre?”.

 

 

 

“Quante orecchie deve avere un uomo prima che possa sentire la gente piangere?”. “Quante morti ci vorranno finché non lo saprà che troppe persone sono morte?”. “Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare?”. “Io, te e tanti non vogliamo lutti peggiori, forse definitivi per il mondo, prima di fermare queste guerre, quella dell’Ucraina e tutti gli altri pezzi dell’unica guerra mondiale. Le morti sono già troppe per non capire! E se continua, non sarà sempre peggio?”.

Se lo è chiesto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in una lettera pubblicata ieri dal quotidiano Avvenire e indirizzata a chi manifesta per la pace. “Chi lotta per la pace è realista, anzi è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme - ha affermato Zuppi -. È la lezione che abbiamo imparato dalla pandemia. Non vogliamo dimenticarla. L’unica strada è quella di riscoprirci ‘Fratelli tutti’. Fai bene a non portare nessuna bandiera, solo te stesso: la pace raccoglie e accende tutti i colori”.

“Chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito e quindi riconoscere una responsabilità precisa”, ha proseguito il cardinale, ricordando che Papa Francesco con tanta insistenza ha chiesto di fermare la guerra. Poco tempo fa ha detto: “Chiediamo al presidente della Federazione Russa, di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte e chiediamo al presidente dell’Ucraina perché sia aperto a serie proposte di pace”. “Chiedi quindi la pace e con essa la giustizia”, il monito del cardinale che ha concluso la sua lettera con un appello: “L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra. Chiediamo al segretario generale delle Nazioni unite di convocare urgentemente una Conferenza internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà. E chiediamo all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta. Dio, il cui nome è sempre quello di pace, liberi i cuori dall’odio e ispiri scelte di pace, soprattutto in chi ha la responsabilità di quello che sta accadendo. Nulla è perduto con la pace. L’uomo di pace è sempre benedetto e diventa una benedizione per gli altri”.

 

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