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Biagio Conte, il missionario laico di Palermo morto per un male incurabile, verrà ricordato domani su Raiuno con la messa in onda in seconda serata del film di Pasquale Scimeca che racconta la sua storia, ‘Biagio’ uscito nel 2014.

 

 

 

Il missionario laico fondatore di una missione a Palermo, è stato per tutta la sua vita, in pacifica guerra con l’indifferenza del mondo.

In una delle ultime interviste Biagio affermò: «Siamo diventati responsabili e fautori nel produrre nuove povertà, nuove emarginazioni, disagi mentali, depressioni, suicidi e nuovi senza tetto e profughi lasciati alla deriva”.

Figlio di una ricca famiglia di costruttori, Biagio sembrava destinato a seguire le orme del padre, entrando a sedici anni nella più grande impresa edile palermitana: auto, vestiti firmati, ragazze, completi color grigio o nero. Poi la svolta, a soli 26 anni: guarda un documentario sui bambini che muoiono di fame in Africa e si convince che la sua vita deve cambiare. Il 5 maggio 1990 parte alla volta di Assisi, in un lungo pellegrinaggio a piedi, per incontrare i frati francescani. E da lì la scelta di aiutare i poveri.

Ha fondato così varie missioni sostenendo i senzatetto con tre pasti al giorno, ospitando le donne in un ex convento, in cui attualmente vivono cento mamme con bambini, spesso vittime della tratta.  

Il regista del film “Biagio”, in una recente intervista ha chiarito il motivo che lo ha spinto a realizzarlo: “Mentre tutti quelli della sua generazione gridavano ‘Dio è morto’, lui guardava verso il cielo per cercare Dio, quel Dio misericordioso e compassionevole, che alla fine ha trovato nei poveri, nei migranti, in chi ha perso tutto, persino la speranza. Ha camminato, fratello Biagio, ha gioito, ha cantato, ha sofferto, ha percorso la strada, che poi è sempre quella, che tutti noi, persi come siamo nel buio di una notte che non vuol saperne di finire, abbiamo smarrito. Buona visione”, conclude il regista.

 

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