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Non era solo un uomo di fede, ma era un uomo che aveva l’“evidenza” della fede. Così Vittorio Messori scrisse di Giovanni Paolo II del quale oggi ricorre il centenario della nascita.

 

 

Per il Papa, poi proclamato santo, il maestro Guido Maria Ferilli, noto per essere l’autore di “Un amore così grande”, scrisse un brano in occasione del pre-Giubileo e in ricorrenza del 50mo anniversario di sacerdozio del Papa-Santo dal titolo “The Tree of Faith and Peace” (L’albero della fede e della pace). Eseguito in piazza S. Pietro il primo novembre 1996, fu trasmesso su Raiuno  in mondovisione. Quell’inno alla pace e alla fede  - interpretato dalla cattolica Manuela Villa, dall’ebrea Rinat Gabray e dalla musulmana Samira Said - suscitò emozione e commozione, sentimenti che, come ebbe a sottolineare Bruno Vespa nel suo commento, toccarono profondamente il Pontefice.

È una storia ricca di retroscena ed è lo stesso maestro Ferilli, tornato da qualche anno nel suo Salento, a raccontarcela.

“Fu mons. Crescenzio Sepe, segretario generale del comitato del Grande Giubileo 2000, poi divenuto arcivescovo di Napoli e cardinale, a chiedermi di comporre un brano per Papa Wojtyla. Rimasi sorpreso e un po’ frastornato, ma da uomo di fede potevo solo di sì. Per me era una gioia, un onore, ma anche una difficile sfida professionale”.

Affrontata come?

“Con lo spirito di sempre. Io scrivo le canzoni d’istinto, di cuore. La mia musica non nasce da un intreccio razionale di note, ma da un sentimento che ho dentro di me e che, l’ho  detto tante volte e lo ripeto, il buon Dio mi aiuta ad esprimere. Poi, questa era una situazione del tutto particolare, anche per un autore affermato e noto a livello internazionale come me”.

 In che senso?

“Scrivere un brano per il Papa, addirittura per un gigante della Chiesa come Giovanni Paolo II, non può rientrare nell’ordinarietà della vita di una persona o di un artista, quale io sono. Dovevo creare qualcosa di speciale, a costo di lavorare il doppio o il triplo”.

E pensa di esserci riuscito?

“Spero e penso di sì. Mi fu riferito che il Papa non aveva potuto nascondere il suo coinvolgimento e la sua emozione durante la splendida esecuzione del brano. Questo per me è stato tanto. Anzi, è stato tutto”. 

 

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