“Solidarietà sembra come una parolaccia!”, commenta con arguzia Papa Francesco rilevando che “il lavoro è un bene di tutti, deve essere disponibile per tutti”.
L’esigenza e la proposta della solidarietà sono molto ricorrenti nei suoi discorsi rivolti alla comunità cristiana e a tutte le istituzioni.
E con chiarezza il Papa continua, precisando: “È importante la solidarietà, ma questo sistema non le vuole tanto bene, sembra escluderla. Questa solidarietà umana che assicura a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa”.
Già quattro anni or sono Andrea Lebra, considerando i discorsi tenuti da Francesco nei due anni precedenti sull’argomento, aveva compilato su www.settimananews.it›Chiesa il seguente decalogo:
- La solidarietà come elemento essenziale della vita cristiana.
- Una fede senza solidarietà è una fede morta.
- Nella Chiesa, tutti, nessuno escluso, sono promotori di solidarietà.
- Costruire solidarietà con il protagonismo dei giovani.
- La solidarietà non riduce alla passività.
- La solidarietà è impegno per costruire città accoglienti.
- La solidarietà è farsi carico del problema dell’altro.
- La solidarietà è prossimità e gratuità.
- La solidarietà è tenerezza ed empatia.
- La solidarietà è un modo di fare la storia.
Un profondo messaggio valido per tutti. Per il cristiano poi, “le due mense, quella eucaristica e quella della solidarietà, della tensione per i poveri e della giustizia sono profondamente legate l’una all’altra”, rilevava l’arcivescovo di Bologna, card. Zuppi nel testo edito due mesi fa Lavorare è una parola.
Purtroppo, a cinquant’anni dall’approvazione dello Statuto dei lavoratori, occorre ribadire ancora dinanzi alla tentazione di considerare innanzi tutto non il lavoro indipendentemente dall’etica, ma la persona. Chiaramente, in un contesto di solidarietà.