0
0
0
s2sdefault

“Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti”.

 

pande

 

Sono le parole, già consegnate alla storia, pronunciate dal Papa in una piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia. Il 27 MARZO scorso, per la prima volta in sette anni di pontificato, Francesco era solo nella “sua” piazza e ha elevato la sua supplica a Maria portando su di sé tutto il peso del mondo, messo a dura prova da una pandemia che ancora non cessa di circolare, sia pure a diverse velocità, in tutti i continenti. Nei mesi delle misure restrittive imposte dal Coronavirus sono stati, si può dire, quello del Papa è stato un vero e proprio magistero di accompagnamento e di condivisione delle sorti del popolo di Dio, all’insegna di una parola - speranza - indicata come unica direzione di marcia possibile per il futuro.  “Proprio questo tempo segnato dalla crisi, legata alla pandemia da Covid-19 – l’appello del 27 marzo -, è un tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci”.

ACCANTO AL POPOLO

Dal 9 marzo, in concomitanza con il lockdown in Italia, non c’è stata omelia, Angelus, Regina Coeli o messaggio del Santo Padre che non avesse un riferimento al Covid-19 o alle sue conseguenze. Ogni mattina, la messa da Santa Marta - seguita in diretta da milioni di persone con ascolti record - cominciava con un’intenzione di preghiera per chi in prima linea ha lottato contro il Coronavirus. Come i medici, gli infermieri, i sacerdoti che hanno dato la vita nello stare accanto a chi si è ammalato. Bergoglio ha pregato anche per le autorità chiamate a prendere decisioni importanti, per i carcerati, per le mamme in attesa, per i senza fissa dimora e i volontari che se ne prendono cura. Ha avuto parole di conforto per le famiglie costrette, nella prova, a reinventare la normalità, agli studenti alle prese con la didattica a distanza, a chi ha perso il lavoro e a chi, per la pandemia, è caduto nella rete degli usurai o soffriva per la fame. Ha chiesto un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo.

UNA PASQUA SPECIALE

E la Pasqua del 2020 è stata una Pasqua che certamente non dimenticheremo: il Papa ha guidato la Via Crucis, per la prima volta in sette anni di pontificato, non dal Colosseo ma dalla basilica di San Pietro, e i riti pasquali si sono svolti nella basilica e nella piazza senza concorso di popolo, come tutte le celebrazioni al tempo del Coronavirus.

“Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”, il monito del 31 MAGGIO , nella prima messa con concorso di popolo - circa 50 fedeli - celebrata nella basilica di San Pietro, nel giorno di Pentecoste. “Non è questo il tempo degli egoismi, non è questo il tempo dell’indifferenza”, l’esortazione maggiormente ripetuta. Perché “nessuno si salva da solo”.

“Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza”. È l’omelia della VEGLIA PASQUALE .

 “Indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo”, l’appello contenuto nel Messaggio Urbi et Orbi del 12 APRILE : “Non è questo il tempo dell’indifferenza, non è questo il tempo degli egoismi”, l’invito affinché “la crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze”. “Questo morbo – ha osservato il Papa – non ci ha privato solo degli affetti, ma anche della possibilità di attingere di persona alla consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione. In molti Paesi non è stato possibile accostarsi ad essi, ma il Signore non ci ha lasciati soli!”.

“In queste settimane, la vita di milioni di persone è cambiata all’improvviso”. “Per molti, rimanere a casa è stata un’occasione per riflettere, per fermare i frenetici ritmi della vita, per stare con i propri cari e godere della loro compagnia”, l’analisi del Papa: “Per tanti però è anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé”. Di qui l’appello a “quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane”.

SFIDA EPOCALE 

Poi un doppio appello, all’Europa e al mondo: “Oggi l’Unione europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero”, la tesi di Francesco: “Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni. Non è questo il tempo delle divisioni. Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”.

 

Forum Famiglie Puglia