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La vita deve essere custodita con cura, anzi proprio amata e valorizzata, scoprendone il senso profondo.

 

 

Nella consapevolezza che “le prime vittime del vuoto del senso di vivere sono i giovani”, sostiene Papa Francesco.

Soprattutto in questo particolare momento storico, mentre l’estate sta per concludersi con la diffusa paura del Covid e con le inquietudini dovute all’esperienza del lockdown, le pesanti difficoltà economiche, le incertezze politiche…

C’è pure un malessere della gente per la difficoltà di individuare chiaramente il senso della vita, come puntualizza e spiega un libro pubblicato nelle scorse settimane da Julian Carrón, guida di Comunione e Liberazione, “Il brillìo degli occhi. Che cosa ci strappa dal nulla?”.

Un testo che può essere considerato un’approfondita riflessione, sviluppata sulla base di alcune considerazioni filosofiche e un pensiero di Papa Francesco, più volte da lui ribadito: “La perdita di senso della vita è la minaccia per l'uomo di oggi”.

Il Pontefice ne parlò, in particolare, un anno fa, al suo ritorno dal viaggio apostolico in Thailandia e Giappone, rilevando, con grande apertura interreligiosa, che “l’Oriente è capace di guardare le cose con occhi che vanno oltre… usa espressioni come poesia, gratuità… ricerca la propria perfezione nel digiuno, le penitenze, la lettura della saggezza dei saggi orientali”.

Per noi cristiani, l’itinerario per riscoprire il senso del vivere comporta, allora, uscire dal nostro egocentrismo, riscoprirci figli amati da Dio, capaci di amare all’interno di un percorso d’umanità sostenuta dall’incontro con l’Assoluto mediante la preghiera.

 

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