Settembre segna un nuovo inizio. È il mese dell'anno che potremmo definire il lunedì della settimana, da cui si ricomincia e si riparte.
Quest'anno, questo settembre, assume ancor più valenza rispetto alla complessità del periodo in cui stiamo vivendo.
Ci sono coloro che si sono ribellati alle restrizioni ,cercando di negare il vissuto durante il lockdown, e hanno adottato comportamenti a rischio.
Poi ci sono coloro che hanno assorbito il contagio emotivo, e hanno sviluppato un nuovo assetto ,che rappresenta una vera e propria rinuncia al vivere ,nelle modalità finora conosciute.
La pandemia, che è di tutto il popolo, ha sottolineato l'aspetto di interconnessione tra gli esseri umani, dove la condizione di salute fisica, o di malattia, come il pensiero, l'emotività, il comportamento di una persona, influenza non solo chi è più vicino, ma anche l'intera umanità.
L'interconnessione richiama una responsabilità degli uni nel confronti degli altri: ciascuno di noi contribuisce a creare una situazione di tranquillità oppure di angoscia. Settembre deve essere il tempo del dialogo e del confronto.
Settembre, il tempo da cui ripartire con la consapevolezza che molto è cambiato, e che la vita che conoscevamo prima del covid-19, non esiste più, ma abbiamo bisogno di sviluppare il pensiero creativo, produrre soluzioni alternative rispetto a una questione conosciuta e difficile.
Abbiamo bisogno di appartenere pandemicamente alla grande famiglia chiamata umanità, sostenendoci, proteggendoci liberandoci da schemi strutturati, per mantenere un controllo, ma senza farci abbattere dalla paura.
Non dobbiamo perdere la speranza, abbiamo bisogno di rivedere gli eventi accaduti con un nuovo assetto.
Settembre ci porti allora gli anticorpi mentali per non chiudere i progetti alla speranza e alla vita.