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Saluta i fedeli con una tipica espressione argentina: «A tempo brutto, buona faccia. Con questa buona faccia vi dico: buongiorno!»

 

 

 

 

Sono note a tutti le straordinarie capacità di Papa Francesco nel comunicare con parole ed espressioni incisive, colorite, originali, non di rado sorprendenti.

Tutte protese ad annunciare il Vangelo incarnato nell’uomo contemporaneo tramite la Chiesa, che si rinnova nello spirito del Concilio e che, nello stesso tempo, “esce per strada”, incontrando l’uomo d’oggi.

Domenica scorsa, dopo la preghiera dell’Angelus in piazza S. Pietro, Francesco ha esposto una serie di espressioni particolarmente acute, sagaci e brillanti.

Eccone alcune.

  • «La vita cristiana non è fatta di sogni e belle aspirazioni, ma di impegni concreti…
  • seguire la volontà di Dio e amare davvero chi ci sta accanto, non solo a parole;
  • Gesù ci chiede una fede che incida sulla nostra vita e i nostri comportamenti;
  • superare una religione “intesa solo come pratica esteriore e abitudinaria”;
  • Gesù si oppone a una religiosità che non coinvolge la vita umana, che non interpella la coscienza e la sua responsabilità di fronte al bene e al male;
  • i peccatori che si convertono sono i "privilegiati della Grazia";
  • la conversione sempre è una grazia. Una grazia che Dio offre a chiunque si apre e si converte a Lui;
  • Fede in Dio è scegliere l'amore del prossimo e non l'egoismo;
  • Dio è paziente con noi: non si stanca, non desiste dopo il nostro ‘no’; “attende trepidante il nostro ‘sì’, per accoglierci nuovamente tra le sue braccia paterne;
  • la conversione è cambiare il cuore, è un processo che ci purifica "dalle incrostazioni morali».

Sembra proprio di ascoltare il ‘parroco del mondo’ che ci propone una catechesi capace di entrare amabilmente nel profondo di ciascuno di noi…

 

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