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Il titolo dell’enciclica “Fratelli tutti” è una dichiarazione di fiducia, speranza e ottimismo, per cui al di là di ogni scoraggiamento per le tante chiusure a livello locale e mondiale, essa sostiene che l’amore nella vita comunitaria è possibile.

 

 

In diversi numeri del testo, il Papa rilegge la parabola del buon samaritano attualizzandola ed elaborando, con una lunga argomentazione, una lunga serie di proposte: trovare tempo da donare per il soccorso di chi vive in difficoltà, vincere la tentazione di disinteressarsi dinanzi alle sofferenze degli altri, assumersi le proprie responsabilità sociali, sviluppare la necessaria sensibilità per il bene comune, impegnarsi a non “edificare una società di esclusione”, non “lasciare che qualcuno rimanga ai margini della vita”, maturare opzioni fondamentali a livello etico, accogliere l’incoraggiamento di Gesù a scegliere l’amore “per costruire una società migliore… con l’amore che sa di compassione e di dignità” (n. 62).

Francesco invita apertamente a pensare e aspirare, tutti insieme, a un mondo diverso, mediante scelte ed impegni capaci di far sognare una umanità migliore ed una sempre più autentica comunità ecclesiale.

Perché, “se talvolta i più poveri e gli scarti reagiscono con atteggiamenti che sembrano antisociali, è importante capire che in molti casi tali reazioni dipendono da una storia di disprezzo e di mancata inclusione sociale” (n. 234).

Così, l’amorosa attenzione agli ultimi diventa il fondamento sul quale edificare il nuovo mondo con progetti capaci di promuovere una civiltà più umana.

 

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