Come è ormai noto Papa Francesco, ha annunciato per il prossimo 28 novembre il Concistoro, durante il quale saranno creati 13 nuovi cardinali. Tra loro anche il “nostro” mons. Marcello Semeraro.
Alla luce della Riforma liturgica operata dal Vaticano II, anche i riti per la creazione di nuovi cardinali, hanno assunto una forma più sobria e semplificata a quella dei tempi passati, rispettando comunque gli elementi essenziali del rito: il giuramento, l’imposizione della berretta rossa (al posto del cappello “galero”), l’assegnazione del Titolo o della Diaconia.
Uno degli artefici della Riforma liturgica, Annibale Bugnini, osserva: il criterio che guidò la redazione del nuovo rituale fu la volontà di inserire in un rito liturgico ciò che per sua natura di per se non fa parte della liturgia. Si voleva dare una forma celebrativa al Concistoro, evitando però allo stesso tempo di dare l’idea di un «ordine sacro» o «un sacramento del cardinalato». (A. BUGNINI, La Riforma Liturgica 1948-1975, CLV- Ed. Liturgiche, Roma 1983,789).
Il RITO nel suo svolgimento è simile alla Liturgia della Parola; inizia con un momento di preghiera personale del Papa davanti all’altare della Confessione, poi giunto alla sede segue il saluto liturgico con un’orazione iniziale con la quale il Papa prega per se stesso successore degli apostoli, per svolgere bene il suo ministero. Al termine dell’orazione si proclama la Parola di di Dio con il solo brano evangelico tratto dal vangelo di Marco (10,32-45) riguardante il terzo annuncio della sofferenza e della passione verso la risurrezione e il modo distante dal pensiero di Gesù dei due fratelli Giacomo e Giovanni. Il Papa tiene la sua allocuzione.
Al termine della riflessione il Pontefice recita la formula di creazione dei cardinali alla quale segue la professione di fede che gli stessi emettono prima di giurare fedeltà e obbedienza al Papa. Terminato il giuramento ogni singolo nuovo cardinale si avvicina al Papa e riceve l’imposizione della berretta rossa, la consegna dell’anello cardinalizio e l’assegnazione del titolo o della diaconia e scambia un abbraccio di pace con il Papa e i cardinali presenti. Il rito si conclude con la recita del padre nostro l’orazione finale e un canto alla Vergine Maria madre della Chiesa.
*vicario episcopale e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano