Mons. Éric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della Conferenza episcopale francese, depositerà un ricorso al Consiglio di Stato, in quanto ritiene che il decreto del 29 ottobre 2020, che prescrive le misure generali necessarie per affrontare l’epidemia di Covid-19 nel contesto dello stato di emergenza sanitaria, “mina la libertà di culto che è una delle libertà fondamentali nel nostro Paese”.
È quanto fa sapere la Conferenza episcopale francese in una nota diffusa ieri sera. “Mons. Éric de Moulins-Beaufort - si legge ancora -, dopo essersi consultato con tutti i vescovi di Francia riuniti in assemblea plenaria lunedì 2 novembre, considera sproporzionato il divieto di celebrare la messa e altri sacramenti in comunità. Per i fedeli queste celebrazioni sono vitali perché sono un incontro con il Signore e con i loro fratelli”.
I vescovi assicurano il massimo impegno loro e delle loro diocesi per contrastare i contagi. “I fedeli cattolici - si legge nella nota - restano pienamente mobilitati contro l’epidemia e rispettano tutte le indicazioni sanitarie previste su tutto il territorio nazionale fin dall’inizio”.
Era già successo a fine maggio quando il Consiglio di Stato ordinò al governo di revocare entro un periodo di “otto giorni” il divieto totale di celebrazione pubblica del culto contenuto nel decreto di deconfinamento. In quella occasione però ad interpellare il Consiglio di Stato era stato un insieme di partiti politici, società clericali e associazioni. Ora invece il ricorso è stato presentato direttamente dalla Conferenza dei vescovi francesi.