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“Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto…”.

 

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Nella tradizione popolare questo giorno assume una dimensione di profonda tristezza, quasi di lutto; è giorno di digiuno e di astinenza, ma la liturgia, pur nella sua emotività, esprime una serena e maestosa solennità.

 

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Il giovedì santo costituisce l’inizio del Triduo, il prologo, la porta d’ingresso. Di per sé non fa parte del Triduo pasquale in senso stretto, ma è il suo proemio.

 

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Programmazione speciale di Tv2000 (canale 28 e 157 Sky) dedicata alla Pasqua (GUARDA).

 

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Sarà il Papa, per la prima volta dall’inizio del pontificato, l’autore dei testi delle meditazioni della Via Crucis di venerdì prossimo, 29 marzo, al Colosseo.

 

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Sia pur brevemente, interpelliamo la storia per conoscere l’evoluzione del triduo lungo il corso dei secoli. Fino al IV secolo, dunque, rimane la visione globale e unitaria del mistero pasquale con la sua forte concentrazione sul “Cristo crocifisso, sepolto e risorto” (Agostino).

 

 

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