Il silenzio della notte e la devozione orante della città hanno accolto, dopo due anni di sosta forzata della pietà popolare della Settimana Santa, ieri sera nelle vie e nelle piazze del centro storico le statue del Cristo morto (attribuita al Maccagnani) e della Desolata.
La processione, introdotta, come da tradizione, dall’antico Inno a Gesù morto, “Gesù morì” eseguito dal coro delle “Pie donne”, diretto dal maestro Salvatore Pandarese e accompagnata dalla banda “Città di Surbo” diretta dal maestro Vincenzo Stella, è stata presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, accompagnato dal rettore dell’antica chiesa, don Corrado Serafino e da un gruppo di parroci e sacerdoti che svolgono il loro ministero nella città capoluogo.
Grande il concorso di popolo, delle confraternite e dei cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro per le vie del centro storico di Lecce in un clima di intensa preghiera e composta partecipazione grazie anche all’animazione proposta dall’Ufficio liturgico diocesano. Presente il sindaco Carlo Salvemini e una rappresentanza dell’amministrazione comunale.
Di rientro, sul sagrato della rettoria, l'arcivescovo Seccia ha dettato una breve meditazione sulla passione e la morte di Cristo e sui sette dolori ha rivolto a tutti gli auguri di Pasqua, augurando il ritorno alla pace e alla vera conversione al Signore.
Infine, ha salutato il sindaco e tutte le autorità presenti, unitamente alle tante confraternite, alla banda, ai portatori delle statue e ai tanti fedeli che hanno vissuto questo intenso momento di preghiera.
Negli scatti di Arturo Caprioli, il racconto di una serata tanto attesa e tanto partecipata.