Le biblioteche, si sa, sono ricche di tesori nascosti pronti solo ad essere ritrovati. È il caso, questo, della Biblioteca Innocenziana, in cui sono conservati inediti e importanti manoscritti dei secoli scorsi.
Il catalogo-inventario sui Quaderni dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Lecce, e a cura di Lorella Ingrosso, svela uno scenario del tutto nuovo riguardo alla storia dell’antico seminario e dei suoi precedenti inquilini, sia docenti che alunni.
I manoscritti, infatti, per un totale di 121, sono tutti autografi e coprono un arco cronologico che va dal 1605 al XX secolo. Scritti su carta sempre diversa (carta comune, fogli a righi o a quadretti, biglietti di diverse dimensioni), essi provengono da molti luoghi diversi; alcuni, infatti, sono stati redatti a Lecce, altri a Napoli, a Genova o a Faenza.
Il contenuto è piuttosto eterogeneo e copre diversi argomenti come, ad esempio, trattati di teologia morale, di teologia dogmatica, o discorsi tenuti nella cattedrale di Lecce e nelle parrocchie di Monteroni, Lequile, Campi, Pisignano, Galatina e Carmiano.
Non mancano gli appunti delle lezioni di diritto civile o quelle di diritto canonico fatte a Napoli da mons. Gennaro Trama nell’anno accademico 1896-1897, poi traslato a Lecce il 14 febbraio del 1902 e dove, nel 1908, fonda il settimanale “L’Ordine”, antesignano de “L’Ora del Salento”.
Uno dei manoscritti più antichi, è sicuramente il Legalis repertoris civilis redatto a a Napoli nel 1675 dal giureconsulto Vincenzo Antonio Capocio, ovvero una sorta di dizionario relativo ai termini legali.
Di chiaro uso scolastico per gli allievi, la presenza dei manoscritti relativi alla Psysica di Aristotele e ai tre libri del De anima datati 1711, redatti in latino e provenienti da Faenza, oltre ai quattro album delle Figure di geometria piana con figure coniche acquerellate.
Quanto mai curiosa, probabilmente, la presenza di un trattato di medicina, in cui si parla di malattie relative agli occhi, alle ossa, alle infiammazioni e loro esiti e tanto altro.
Sicuramente degno di menzione la presenza del manoscritto di Cesare della Riviera, intitolato Il magico mondo de gli heroi, con privilegio, in Milano, per Pietro Martire Locarni, 1605, di cui si posseggono pochissimi esemplari a stampa (una prima edizione, infatti, risale al 1603).
Pagine da studiare, quindi, frammenti di storia locale e nazionale che possono rifulgere di vita propria, dalle mani di studiosi e ricercatori.