In queste ore, dopo aver appreso ieri la notizia della nomina del nuovo arcivescovo coadiutore di Lecce nella persona di mons. Angelo Raffaele Panzetta, (LEGGI) in molti si chiedono in cosa consista l’ufficio che il Santo Padre gli ha affidato.

Il Codice di diritto canonico oggi in vigore tratta la materia soprattutto ai canoni 403-411 (LEGGI). Le sue funzioni, prerogative e responsabilità si caratterizzano essenzialmente per il fatto che il vescovo coadiutore costituisce il vero sostegno ed aiuto per il vescovo diocesano, il quale continua ad esercitare il governo della diocesi, avvalendosi della collaborazione del vescovo coadiutore, con cui agisce di comune accordo. Pertanto, il vescovo coadiutore diviene corresponsabile della direzione della vita diocesana, in uno spirito di autentica comunione episcopale.

Altro elemento caratterizzante l'attuale nomina è dato dal fatto che mons. Panzetta avrà il diritto di succedere a mons Seccia e divenire arcivescovo metropolita di Lecce, una volta che quest'ultimo terminerà il suo incarico.

Inoltre, il vescovo coadiutore assume tutti i compiti e le prerogative del vicario generale. Per questo, don Vito Caputo ha già rimesso formalmente il suo incarico nelle mani dell'arcivescovo Seccia.

Nella lettera di nomina al nuovo coadiutore non ancora resa pubblica, il Santo Padre potrebbe poi indicare alcuni specifici ambiti pastorali su cui questi dovrà incentrare la sua missione pastorale. Secondo quanto prescritto dal Codice, mons. Panzetta, ora nominato, inizierà la sua missione presentando la sua nomina al vescovo diocesano e al collegio dei consultori. Generalmente quest'atto canonico si svolge pubblicamente, durante la celebrazione della solenne messa di accoglienza in cattedrale.

Con l'auspicio che il suo ministero possa essere ricco di abbondanti frutti spirituali e nella certezza che questa decisione del Santo Padre porterà sostegno e nuovo slancio alla comunità diocesana, auguriamo a mons. Panzetta di vivere nella gioia questa nuova chiamata del Signore.