Continua il dilagare della pandemia in Moldavia, dove sono in missione don Cesare Lodeserto e don Massimiliano Mazzotta, i nostri sacerdoti Fidei donum e la situazione si aggrava di giorno in giorno, vista anche la carenza di strutture sanitarie idonee ad affrontare il problema.
Nonostante il contesto difficile, l’impegno dei due sacerdoti leccesi non ha trovato alcuna sosta, infatti don Massimiliano si sta dedicando alla Casa famiglia ed è costantemente con i ragazzi accolti nella struttura, ai quali non è assolutamente concesso di uscire, in considerazione delle norme dettate dalle autorità del paese.
Don Cesare, invece, è impegnato con i poveri che frequentano le mense, la cui presenza è quasi raddoppiata fino a raggiungere circa quattrocento pasti al giorno, distribuiti in forme diverse, anche in questo caso nel rispetto delle disposizioni emanate, le quali non prevedono assembramenti ed impediscono a coloro che hanno oltre sessantatre anni di uscire da casa. Attualmente nella capitale Chisinau la mensa “Papa Francesco” è l’unica ad essere aperta, con non pochi sacrifici, e nella speranza che non venga a mancare quanto necessario per la preparazione dei pasti ed il resto.
In Moldavia la pandemia ha trovato un contesto fragile a causa della povertà e dell’elevato numero di anziani, soprattutto nelle zone rurali. Si cerca in ogni modo di non far mancare il cibo ai poveri e si è costretti, con non poche difficoltà, a recarsi preso i luoghi dove dimorano per consegnare un pasto caldo.
I poveri rivolgono sempre la stessa domanda:”domani tornerete?”. Un interrogativo che impegna e soprattutto lascia trasparire la sofferenza della popolazione.
“Il virus è devastante e fa paura - ha detto don Cesare - ma non può certamente fermare la carità ed impedire di offrire il pasto caldo ed il pane, che è un chiaro segno di speranza”.
L’impegno della Fondazione Regina pacis e soprattutto dei due sacerdoti salentini è quello di tutelare anziani e bambini, oltre al ridurre ogni forma di danno.