Dopo aver chiuso domenica scorsa la Visita Pastorale a Lizzanello, l’arcivescovo Michele Seccia riprende il cammino di comunione con la parrocchia della Presentazione del Signore di Borgagne, frazione di Melendugno (LEGGI).
La parrocchia di Borgagne, una volta appartenente all’arcidiocesi di Otranto, nell’ambito di un riordino generale dei territori diocesani, il 16 luglio 1988 è passata all'arcidiocesi di Lecce.
Il parroco, don Salvatore Scardino, dopo essere passato dagli studi di Radio Portalecce per l’intervista pre-visita (GUARDA) all’interno del programma di Antonio Soleti, “Servi inutili… Ma a tempo pieno”, presenta la realtà della comunità parrocchiale che guida dal settembre 2021.
Don Salvatore, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in visita pastorale a Borgagne?
Nella realtà sociale si nota una scarsa presenza giovanile perché non c’è molta offerta lavorativa, a parte quella stagionale. Di conseguenza i giovani sono costretti ad andare fuori per lavorare. Si nota, quindi, una forte presenza di gente anziana, mentre le famiglie non sono molte: infatti ci sono pochissimi ragazzi, in tutto una cinquantina, per tutte le età del percorso di iniziazione cristiana. In passato la realtà parrocchiale era molto florida, ma negli ultimi anni ha avuto un collasso naturale, attualmente sono presenti ancora diverse ferite che stiamo cercando di risanare, e le conseguenze sono uno scetticismo generale nei confronti della parrocchia e una scarsa presenza della comunità durante i momenti liturgici.
Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
Dal punto di vista liturgico siamo messi male, nonostante gli sforzi di don Sabino che ha cercato di apportare diversi miglioramenti. La comunità è lontana dalla Chiesa, sfiduciata e difficilmente si riesce a coinvolgerla. Diversa è la situazione per quanto riguarda gli operatori attivi in parrocchia: esiste un bel gruppo di catechiste, molto unito, che riesce ad andare avanti nonostante le difficoltà. Anche per quanto riguarda la carità c’è un bel gruppo, che lavora bene anche nell’animazione pastorale ed è ben inserito nel contesto sociale del paese.
Che cosa vi attendete dalla visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
Ci auguriamo che la presenza dell’arcivescovo nella nostra comunità dia linfa nuova ai cuori sfiduciati dei nostri parrocchiani, c’è bisogno di ricostruire e speriamo che questa Visita Pastorale sia motivo di far sentire il paese di Borgagne parte integrante della diocesi. Stiamo cercando di essere più comunità, proprio per guarire le ferite ancora aperte che devono essere rimarginate, gli obiettivi da raggiungere sono in primo luogo raggiungere tranquillità e stabilità, mentre nel medio termine, miriamo soprattutto a raggiungere uno splendore che sia duraturo nel tempo.