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Oggi, l’arcivescovo Michele Seccia riprende, dopo la pausa natalizia, la sua Visita Pastorale alla Chiesa di Lecce e riparte da Arnesano e dalla comunità di Maria SS. Assunta. Il parroco, don Francesco Pesimena, nell’intervista che segue, presenta la sua realtà parrocchiale.

 

 

 

Don Francesco, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale ad Arnesano nella tua comunità parrocchiale?

 

La realtà sociale arnesanese, come ogni realtà, vive un continuo cambiamento ma la parrocchia resta un punto fermo come luogo educativo per bambini, giovani e adulti. La comunità parrocchiale cammina cercando, in un mondo che cambia e offre sempre più nuove prospettive, di annunciare il Vangelo mediante forme antiche e al contempo nuove. In questo anno e mezzo che sono ad Arnesano, ho potuto constatare la bellezza di un popolo desideroso di Dio, di collaboratori attenti e responsabili e un amore autentico e ben radicato verso la propria Comunità parrocchiale.

 

 

Quali sono i punti di forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?

 

I punti di forza sono i legami relazionali, il sentirsi parte di una storia, quella della parrocchia, che ha radici lontane e ben salde nell’esperienza della fede. La comunità di Arnesano si raduna e si fortifica, nell’arco dell’anno liturgico, attorno a tre momenti fondamentali: le Solenni Quarantore, la festa di Gesù Crocifisso e la devozione alla Vergine Assunta in cielo. È sorprendente come questi tre pilastri festivi non sono solo semplice devozione, ma esperienza di fede e formazione della propria identità cristiana e sociale. La comunità di Arnesano ha un grande dono ed è un dono per tanti, infatti non c’è nessuna ricorrenza liturgica, catechetica o evento civile che non abbia al centro di tutto l’esperienza di carità come attenzione al prossimo, soprattutto verso i più fragili della nostra realtà. Ma non sarei veritiero se non evidenziassi anche alcune forme di fragilità umane e strutturali. La nostra parrocchia soffre l’assenza di strutture “abitabili”, perché lasciate in decadimento e questo non ci permette di far fronte alle tante idee per offrire luoghi di aggregazione e spazi di relazioni serene. Ma siamo una comunità che non si arrende e per questo siamo già a lavoro.

 

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

 

La Visita Pastorale è un importante occasione di vicinanza e fraternità con il nostro arcivescovo. Lo accogliamo con gioiosa speranza perché, anche se per poco tempo, si ponga accanto a noi e muova con noi dei passi in avanti, per riscoprire, soprattutto nelle fatiche e nelle sofferenze che la vita ci presenta, che camminando insieme l’esperienza della fede può essere per noi tutti espressione di una Chiesa che è famiglia.

 

 

 

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