Sarà presente anche l’arcivescovo Michele Seccia domattina alle 9,30 in Piazza San Pietro alla concelebrazione eucaristica presieduta da Papa Francesco con il rito delle esequie per il Papa emerito Benedetto XVI.
“Un atto doveroso - spiega mons. Seccia in partenza per Roma con una delegazione di sacerdoti leccesi - ma anche un ultimo gesto di affetto e di devozione da parte mia e della Chiesa di Lecce, che ho l’onore di guidare e rappresentare, verso un Papa che ho potuto più volte incontrare e conoscere da vicino, specie negli anni dell’episcopato in terra d’Abruzzo, e del quale ho potuto apprezzare l’amabilità e l’umiltà oltre che la ricchezza teologica e spirituale che ora lascia a tutti noi in eredità”.
“In Piazza San Pietro - ha concluso Seccia - porterò con me la gratitudine e la preghiera della nostra diocesi certo che da lassù egli continuerà ad amare e a proteggere l’attuale Pontefice e tutta la Chiesa che ha servito con cuore di pastore e di padre”. A tutti i sacerdoti, specialmente ai parroci, l’arcivescovo ha raccomandato di celebrare in ogni comunità una messa di suffragio per Benedetto XVI seguendo le indicazioni liturgiche offerte dalla Cei (LEGGI).
Di ritorno da Roma, sabato 7 gennaio, alle 20, l'arcivescovo presiederà in cattedrale una preghiera comunitaria in memoria del Papa emerito defunto durante il quale verrà letto il testamento spirituale di Joseph Ratzinger.
La riflessione e la preghiera continueranno sempre in duomo con l’esecuzione della Messa in Requiem di Mozart. Un concerto gratuitamente offerto alla città dalla Oles (Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento) e dalla cooperativa ArtWork. L’orchestra diretta dal maestro Realino Mazzotta, sarà affiancata dal Coro Lirico di Lecce diretto dai maestri Vincenza Baglivo e Luigi Mazzotta e i solisti Maria Luisa Casali (soprano), Marinella Rizzo (mezzosoprano), Gabriele Mangione (tenore) e Luciano Montanaro (basso).
La Messa di Requiem in Re minore K 626 è l'ultima struggente composizione di Mozart. Rimasta incompiuta per la morte dell'autore, avvenuta il 5 dicembre 1791, fu completata successivamente da Franz Xaver Sussmayr.
L'opera è legata alla controversa vicenda della sua morte avvenuta il giorno successivo al completamento delle parti vocali del Lacrimosa. Stendhal parla di un anonimo committente che incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Completato quasi certamente entro la quaresima del 1792. Fra i momenti di maggiore ispirazione drammatica spicca sicuramente il Lacrimosa, il brano più struggente e conosciuto di tutto il Requiem. È l'ultima composizione di Mozart, che morì per cause non definite la notte tra il 5 e il 6 dicembre del 1791, poche ore dopo aver composto questo brano, che conclude la III sequenza della Messa da Requiem.