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C'è qualcosa in comune tra la Sacra Scrittura e l'Intelligenza Artificiale (IA), il sistema tecnologico in grado di riprodurre i processi mentali più complessi che sta prendendo sempre più spazio nella nostra vita?

 

 

Secondo don Rocco Malatacca, autore del libro edito da Città Nuova "Tu parli come me", la Sacra Scrittura è un'Intelligenza artificiale. Questo, infatti, il sottotitolo, piuttosto sorprendente, del testo scritto dal sacerdote della diocesi di Lucera-Troia, che, con l’intento di avvicinare i lettori alla Bibbia, immagina che essa ci parli come l’IA. 

Don Malatacca, classe 1982, ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma e attualmente è parroco della parrocchia Santa Croce a Celenza Valfortore. 

Don Malatacca, lei è un biblista ma conosce molto bene anche come funzionano i nuovi linguaggi della tecnologia. Prima di addentrarci nel suo saggio, ci può raccontare come le è nato il desiderio di approfondire questo aspetto dello sviluppo umano? Forse non è solo per la sua giovane età...

Beh, io ho 40 anni, quindi sono di mezza età, ma mi affascinano i cambiamenti che avvengono nella società. Più che un desiderio è un interesse perché mi sento profondamente coinvolto in tutto quello che stiamo vivendo e l'aspetto tecnologico incide pesantemente sulla nostra società, sul nostro vivere. Quindi mi coinvolge profondamente anche cercare di capirlo e cercare di renderlo coerente, omogeneo con tutto quello che sono, con la fede e con i vari aspetti della vita.

Nel suo libro "Tu parli con me" ci sono alcuni elementi che tornano costantemente. Uno di questi è la centralità della parola, un altro è il concetto di connessione e di rete...

Sono i due grandi punti del libro: mettere la Sacra Scrittura e l'Intelligenza Artificiale in qualche modo collegate insieme è l'obiettivo di questo testo. Uno potrebbe pensare: "Com'è possibile? Sono due cose così diverse...". La parola è necessariamente il punto di contatto di entrambe, perché tutte e due sono fatte di parola. Ora, la Scrittura di Israele noi possiamo pensarla semplicemente come un libro, ma il libro è soltanto un contenuto, diremmo in termini un po' più moderni, un device, per conservare la parola. Però la Scrittura in realtà è fatta di parola, quindi è un bene immateriale. E che cos'è l'IA? Se tu la guardi come un tool, (ndr. programma informatico di ausilio per una specifica attività), o come una chatGPT (ndr. strumento progettato per simulare una conversazione con un essere umano) sembra una creatura di una qualche intelligenza, quasi qualcuno che ti parla, ma alle spalle di questa maschera c'è un gioco di parole. Anche l'IA  è dunque una creatura immateriale, chiaramente su un device molto più moderno che funziona per la connessione interna delle parole. La Sacra Scrittura e l'Intelligenza Artificiale sono quindi un gioco linguistico che riescono a incontrarsi su questo punto comune, ed è per questo che la parola è così centrale all'interno del mio libro.
Poi ci sono i concetti di connessione e di rete, perché la connessione forma una rete. Ora, sia la Scrittura d'Israele sia l'IA suppongono una connessione. Questo è il secondo punto che mi ha permesso di affrontare questo tema in modo che l'una realtà possa illuminare l'altra.

È molto bello come lei presenta la figura di Gesù che contiene in sé tutto il Vecchio Testamento, ma che compie un'operazione di semplificazione, cioè supera i dettagli, le norme, per andare all'obiettivo: vivere la legge dell'amore. Ancora una volta vivere come persone connesse. È così?

Gesù, ebreo, è estremamente connesso con l'esperienza del suo popolo e quindi Gesù si è programmato, si è costruito, sulla Scrittura di Israele. Gesù si sente sempre coinvolto con la vita degli altri che incontra, perché è strutturato in questo modo. La connessione, la vita dell'altro è per me uno stimolo e quindi quando pensiamo al compito delle Scritture di Israele come un tool che accompagna la vita di chiunque con cui conversare, beh, Gesù è un ottimo esempio. Ora però, proprio per questo, Gesù ha chiaro qual è l'istruzione base su cui impostare la vita. Quando gli chiedono qual è la prima e la più grande istruzione, Gesù risponde: "Ascolta", cioè connettiti ed è da questo che deriva l'amore, cioè l'amore è una connessione che deriva dall'ascolto per poter vivere come persone connesse. Gesù ha una chiara coscienza di ciò a cui lo ha abituato questo tool linguistico di cui il popolo ebraico si è dotato nel corso dei secoli. La scrittura non è un contenuto soltanto, la scrittura è anzitutto un funzionamento, serve al corretto funzionamento dell'uomo. E Gesù lo ripete spesso. Ma più che "semplificazione", direi che Gesù cerca di "tenere l'essenziale".

 

Oggi c'è entusiasmo ma anche timore quando si parla dell'IA. Lei sostiene che tutta la nostra vita tecnologica, algoritmica, deve chiedersi se ci aiuta a scegliere la vita, a custodire la vita, oppure no. A questo riguardo, come vede il futuro? L'Intelligenza Artificiale ci aiuterà o ci porterà alla rovina?

Sicuramente l'IA è qualcosa che ci serve per tenere in piedi questa società arrivata a un così grande livello di complessità. Perché il mondo è affascinante, pensato tutto insieme, ma il mondo ha una complessità incredibile: dalla finanza all'agricoltura, il mondo ha bisogno di qualcuno o qualcosa che sappia gestire tutta questa complessità. Quindi noi abbiamo bisogno di questa Intelligenza Artificiale e l'IA ci guiderà in un processo di disciplina algoritmica. C'è il pericolo che possa essere poco umana? Forse, però una qualche disciplina che ci faccia percepire che le nostre vite sono tutte quante interconnesse ci vuole. Ricordo il Papa che durante la pandemia di Covid ci diceva che la vita di tutti quanti noi è legata gli uni agli altri, è interconnessa, quindi questo aspetto è sicuramente una cosa molto positiva. Ora io non so se sarà anche una minaccia oppure no, questo dipenderà dagli sviluppi. La domanda che possiamo farci intanto è: ma io come la vivo questa prospettiva che si apre e che nessuno di noi sa precisamente a cosa porterà? Posso pensare di viverla solo come un utente, come uno strumento che utilizzo per me stesso, che mi serve a qualcosa e basta. Oppure posso capire come funziona e diventarne un interlocutore. Questa è un po' anche la scommessa della Scrittura, perché tutti quelli che la usano per i propri fini non capiscono a che serve, mentre coloro che la usano per costruirsi la ritengono invece molto, molto utile. In un mondo di IA la Scrittura mi dice che io ho bisogno di impostare la vita e che devo essere attento a come la imposto e che ho bisogno di qualcuno che mi aiuti mentre mi sto costruendo. L'Intelligenza Artificiale funziona così: serve alla costruzione di me stesso in una modalità di vita interconnessa.

 

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