Due eventi hanno caratterizzato negli ultimi giorni la vita della comunità cristiana che vive nel Principato di Monaco il cui Nunzio apostolico è l’arcivescovo squinzanese mons. Luigi Pezzuto, rappresentante del Santo Padre anche in Bosnia Erzegovina e nel Montenegro.
“Oggi, a distanza di cento anni, questo appello risuona nell’animo di quanti hanno a cuore le sorti del Paese, ancora una volta lacerato e diviso; risuona nell’animo di quanti sentono quella spinta ideale che vede nella difesa della vita e nella promozione umana il motivo di fondo di ogni impegno sociale”.
Formare “buoni cristiani e onesti cittadini”, per vedere i giovani, i suoi giovani, “felici nel tempo e nell’eternità”. Il metodo? Una pedagogia fondata su tre assi: la religione, la ragione e l’amorevolezza. Questo era, ed è, in sintesi, il progetto educativo di San Giovanni Bosco.
Nella cappella del cimitero di Bolzano un piccolo gruppo di persone è raccolto per dare l’ultimo saluto ad una donna, che per anni è stata una presenza attiva nella chiesa.
La fiducia è fondamentale per chi comunica. La vicinanza è un gesto di umana sollecitudine verso chi vive passaggi difficili. La solidarietà concreta, quella che tocca il portafogli, è decisiva per manifestare un legame quando le bufere minacciano di portarsi via tutto. Anche le cose più care.
Con il nasino e le manine incollate sulla vetrina del negozio di giocattoli, rifiuta di muoversi e aspetta che il nostro “no” diventi un “sì”. Ecco che la scena si ripete miliardi di volte in tutto il mondo.