“La perdita dei legami che ci uniscono, tipica della nostra cultura frammentata e divisa, fa sì che cresca questo senso di orfanezza e perciò di grande vuoto e solitudine”: così si è espresso Papa Francesco (Città del Vaticano, 1 Gennaio 2017).
“Viviamo come in una centrifuga lanciata a tutta velocità. Siamo costantemente ‘in uscita’ attraverso le cinque porte che sono i nostri sensi. E non soltanto i giovani e i ragazzi”.
Comincia, oggi, per Francesco il settimo anno di servizio sulla Cattedra di Pietro. Il numero sette nella tradizione biblica è numero di santità e di benedizione.
Una delle dieci deleghe approvate lo scorso 28 febbraio dal Consiglio dei ministri in materia di semplificazioni, riassetti normativi e codificazioni di settore introduce i cosiddetti “patti pre-matrimoniali” con un’iniziativa, osserva il Centro studi Livatino, che “sintetizza in poche battute una materia delicata e dirompente, espropriando Camera e Senato di ogni approfondimento”.
La notizia non è nuova: il primo ministro inglese Theresa May ha creato il ministero della Solitudine Minister for Loneliness nel gennaio 2018. L’Inghilterra è il Paese con il più alto tasso di disgregazione familiare, in cui oltre il 53% dei cittadini si dichiara privo di senso religioso (National Centre for Social Research, 2007). Si parla, secondo le statistiche, di 9 milioni di persone, anziani ma soprattutto giovani e adolescenti, che si sentono sempre o spesso sole, prive di legami importanti sia all’interno che all’esterno della famiglia.
Pubblichiamo una bella (anche se lunga) testimonianza di mons. Gjergj Meta. È il primo vescovo albanese, cioè residente in Albania, ad essere ordinato dopo la persecuzione del regime ed è succeduto nel 2017 al “nostro” mons. Cristoforo Palmieri alla guida della diocesi di Rrëshen.