In questa nostra cultura sfolgorante di tante luci pur fra le tenebre del vizio e del disordine, è sempre difficile scorgere la verità e distinguerla dalla menzogna e dall’inganno.
Torna a sollevarsi come ogni anno la questione relativa alla presenza nella scuola del presepe, balzata ancor di più all’attenzione dei social all’indomani della pubblicazione del documento di Papa Francesco in cui si torna a chiedere accoratamente di fare il presepe nelle scuole, nelle case, nei luoghi pubblici.
Per Anna (la chiameremo così per rispettare la sua volontà ma soprattutto per tutelarla da possibili ritorsioni) era iniziata una domenica come tutte le altre. Famiglia e lavoro: come ogni santo giorno.
Ancora oggi, all’inizio del terzo millennio, mentre l’umanità sembra essere riuscita a conseguire, soprattutto nel campo tecnologico, mete improponibili discutiamo quasi giornalmente, purtroppo di violenza sulle donne: atti di violenza, di abusi, di stupri, contro le donne.
Social network: strumenti di libertà o di cattività per la web-generation, spesso priva di accompagnamento e di guida?
Certo, serve l’azione repressiva. Ma non basta. Come non basta dare vita a movimenti che invocano o predicano la virtù, di cui si proclamano peraltro gli unici detentori. Abbiamo visto la parabola del partito di maggioranza relativa alle ultime elezioni politiche, quelle del 2018 e da allora sempre al governo. Come anni prima altre parabole dal ciclo non dissimile.