È bastata una telefonata - di questi tempi è uno dei pochi 'incontri' consentiti -, una domanda secca e una risposta altrettanto spontanea, generosa, quasi istintiva: si può fare.
Viviamo certamente una situazione nuova di forte impatto a livello personale e sociale, locale e globale. Un intenso periodo di emozioni, preoccupazioni, emergenza.
Come trasformare in una opportunità l’esperienza ansiosa generata dalla presenza del virus, che gira quasi in tutto il mondo, al di là dei confini di ogni Stato?
Io resto a casa. Tutti cercare di fare propria questa frase e di attuarla. O ancora “andrà tutto bene”.
Dopo tre mesi di “convivenza” con il Covid-19, mentre [non] ci prepariamo a giornate sicuramente cariche di sofferenza e di tristezza.
In questa condivisione fraterna desidero comunicare la mia esperienza di donna consacrata, francescana e Sorella povera di Santa Chiara, quindi in uno stato di consacrazione particolare quale è la vita contemplativa claustrale.