All’indomani della sospensione della delibera della giunta regionale pugliese riguardante l’attuazione degli interventi a tutela delle donne in gravidanza in situazioni di difficoltà (LEGGI), rilanciamo volentieri un articolo redatto dal vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, dal titolo “Il don Tonino ‘storico’ e la battaglia sull’aborto”, apparso ieri sul Nuovo Quotidiano di Puglia.
Sono tanti i modi per leggere la Festa della Liberazione e gli avvenimenti connessi al 25 aprile del 1945. Tanti per non sentirne l’importanza, che è poi il peso di un insegnamento e la proiezione sull’oggi.
C’è un masso tra noi e il Cristo. Quello del giorno della Resurrezione lo conosciamo: la pietra che fungeva da porta per la tomba di Gesù era di dimensioni enormi, difficili da spostare. Non a caso Marco ci parla dei discepoli che si chiedevano su chi mai la potesse far rotolare per aprire il sepolcro.
Nel 1965 Ignazio Silone scrisse a Lorenzo Milani: “La nostra tradizione esige che il prete sia un benpensante, un uomo d’ordine, un uomo dello statu quo, fascista sotto il fascismo, democratico in democrazia, socialista (perché no?) quando il sole dell’Avvenire sarà al suo meriggio. Chiunque si discosta da quella regola, viene perseguitato”.
Una “cattedra dell’accoglienza” può rappresentare quasi un ossimoro: l’accoglienza è operatività, concretezza, dono del proprio tempo e risorse, lavoro, emergenze in terra e in mare e così via.
L’occasione della festa-incontro dei giornalisti leccesi, oggi 22 gennaio, a Lecce, presso la parrocchia San Nicola di Mira, in vista della memoria di San Francesco di Sales, protettore degli operatori della comunicazione, è senza dubbio un’occasione importante per la città e per la diocesi.