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 È stata scritta ieri una nuova, significativa, pagina nella vicenda del recupero della statua del santo patrono. Nell’androne di Palazzo Carafa, da fine gennaio adibito a laboratorio di restauro, si è svolto infatti un test dimostrativo su una porzione del settecentesco simulacro di Sant’Oronzo.

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Tecnologie innovative per il Salento: domani 2 aprile, alle 10, a Palazzo Carafa, un’azienda di Milano la “4ward360” effettuerà un trattamento su una porzione della statua di S. Oronzo.

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Una delle pagine più interessanti della questione oronziana è rappresentata dalla disputa che oppose due colonne del presbiterio leccese, gli indimenticati Raffaele De Simone e Luigi Protopapa.

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Gianni Binucci si è ormai conquistato sul campo il simpatico appellativo di “Cicerone di Lecce”. Un epiteto che descrive bene tutto il suo grande amore per il nostro territorio.

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La questione oronziana è certo una materia complessa, scivolosa. Per tal motivo va accostata con delicatezza e rispetto, senza la presunzione di possedere risultati definitivi che siano contrari o favorevoli alla discussa storicità del nostro santo.

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Da quando, alla fine di gennaio, Sant’Oronzo ha momentaneamente smesso di fare lo stilita ed è andato a soggiornare nell’androne di Palazzo Carafa, ha preso il via un significativo dibattito sulle operazioni di restauro ed il futuro della statua ma forse ancor di più su ciò che essa rappresenta per il nostro territorio. Nelle ultime settimane ha partecipato alla discussione anche la voce della dott.ssa Sabrina Zuccalá, amministratore delegato dell’azienda 4ward360, che ha proposto l’utilizzo delle nanotecnologie nei lavori volti al recupero del simulacro del patrono.

 

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