Il momento atteso, alla fine, è giunto. Ad Ostuni, i lavori di restauro della statua di Sant’Oronzo della chiesa di campagna sono terminati ed il simulacro è stato riconsegnato ai fedeli durante un convegno svoltosi nella splendida cornice della cattedrale.
Nella scorsa puntata abbiamo visto come la prima agiografia oronziana in assoluto compaia tra le pagine dell’Apologia Paradossica di Jacopo Antonio Ferrari del 1571.
Nella nostra inchiesta sul patrono di Lecce abbiamo già notato come, tra la fine del XII sec. (epoca a cui risale il più remoto documento oronziano oggi disponibile, il Diploma di Tancredi) e gli inizi del XVI sec., il nome del martire venga evocato quasi di sfuggita in ben poche fonti letterarie.
Nel corso della nostra inchiesta sulla figura di Sant’Oronzo sono stati già presi in considerazione alcuni notevoli documenti in cui l’immagine del protomartire pugliese viene fugacemente evocata, come i Diplomi di Tancredi (1181) e Ladislao (1407) o il problematico passo delle quattrocentesche Cronache di Antonello Coniger.
Dopo aver trattato dei Diplomi di Tancredi e Ladislao, un terzo documento, prezioso per il nostro excursus tra le fonti letterarie riguardanti il martire Oronzo, sono le Cronache di Antonello Coniger (1470-1512).
Esplorare la questione oronziana significa riflettere, oltre che sulle manifestazioni del culto, anche sulle fonti letterarie relative alla figura del nostro santo, valutando tanto le notizie in esse contenute quanto i loro silenzi.