Una bella pagina di storia personale destinata a confluire nei capitoli di storia cittadina. È quanto sta avvenendo ad Emilio Colaci che con la sua ditta, la Colaci Emilio Impianti e Restauri, si occupa del recupero della colonna e della statua di Sant’Oronzo.
L’evento è stato di quelli indimenticabili. Del resto, non capita tutti i giorni vedere Sant’Oronzo sollevarsi dalla sua colonna per scendere nella piazza che porta il suo nome.
Lo si aspettava da diverso tempo e, alla fine, è avvenuto. La statua di Sant’Oronzo (un colosso di oltre 5 metri di altezza che contiene all’interno una spaziosa cavità) opportunamente messo in sicurezza dai tecnici della Colaci Emilio Impianti e Restauri, ha lasciato il suo capitello ed è disceso sulla piazza a lui dedicata.
Era il 21 ottobre 1915, di sera che quasi tramontava. Sul Monte Cappuccio spirava un vento freddo e triste, che già sapeva di autunno inoltrato. L’artiglieria imperiale cannoneggiava maledettamente, facendo mulinare in aria intere zolle di terra. Lì, tra i soldati italiani, stava anche il caporal maggiore Gennaro Valerio, classe 1884, nativo di Turi.
Arnesano è un po’ come se fosse la Terra Santa dell’arcidiocesi di Lecce. A renderla tale è senza dubbio la presenza del Crocifisso miracoloso che nel 1848 liberò il paese da una terribile epidemia.
Millenovecentocinquanta anni e non sentirli. Tanti ne sono trascorsi infatti dal 68 d.C., anno in cui la tradizione fissa il transito di Sant’Oronzo, riconoscendo in tale figura non solo il primo battezzato della nostra terra ed il primo vescovo di Lecce ma addirittura uno dei più remoti martiri del Cristianesimo.