Festa del secondo anniversario dell’ingresso a Lecce in trasferta per l’arcivescovo Michele Seccia. Ieri, infatti, nel seminario regionale a Molfetta era in programma la riunione della Conferenza episcopale pugliese.
Due anni come pastore di una Chiesa diocesana bella e al tempo stesso complessa come quella di Lecce sono forse pochi per portare a regime le prospettive pastorali tracciate sin dai primi discorsi, dai primi passi mossi nella nostra città.
“Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro? Si, o Signore tu lo sai che ti amo. Pasci le mie pecorelle…” (Gv 21,15ss).
Giorni fa mi è capitato di vedere un quadro che mostra Gesù come “l'ospite inatteso”. Quando ho letto per la prima volta la lettera che il vescovo Michele ha inviato alle famiglie della nostra Chiesa locale, l'immagine mi è tornata subito alla mente.
René Voillome, superiore generale dei Piccoli Fratelli del Vangelo, in un suo famoso libro degli anni ’70, intitolato “Come loro”, scrive: “non è il ministero sacerdotale a determinare il rapporto con gli altri, ma è il rapporto con gli altri che determina il ministero sacerdotale”.
“Sono veramente commosso nel vedere la Cattedrale piena di fedeli e di presbiteri. Sorprendente è trovarci insieme in un manufatto in muratura certamente bellissimo, di storia e di arte, ma soprattutto testimonianza della Chiesa, ‘perché santo è il tempio di Dio, che siete voi’, una riflessione e un atto di fede”.