Vivere la gioia della fede nella comunità cristiana radicata in un determinato territorio e nello stesso tempo cooperare per risolvere i problemi della gente e offrire “l’incontro fecondo e creativo tra il Vangelo e la cultura”: è il compito che oggi attende in modo sempre più pressante i battezzati.
“Lavorare insieme per porre le condizioni con cui aprirsi a nuove forme di presenza ecclesiale”.
L’offerta per le messe “deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un prezzo da pagare o una tassa da esigere, come se si trattasse di una sorta di imposta sui sacramenti”.
“L’ufficio di parroco non può essere affidato a un gruppo di persone, composto da chierici e laici”.
Attuare una “conversione pastorale in senso missionario” della parrocchia, chiamata ad uscire da se stessa tramite “una riforma, anche strutturale, orientata a uno stile di comunione e di collaborazione, di incontro e di vicinanza, di misericordia e di sollecitudine per l’annuncio del Vangelo”.
“Una sorta di ‘manuale’, che dalla notitia criminis alla definitiva conclusione della causa intende prendere per mano e condurre passo passo chiunque si trovi nella necessità di procedere all’accertamento della verità nell’ambito dei delitti sopra menzionati”.