“Non tenere conto della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni significherebbe essere ciechi e decontestualizzati rispetto al vissuto di tristezza e dolore con cui stiamo ancora facendo i conti”.
“Nel confronto con le istituzioni governative e il Comitato tecnico-scientifico, la Segreteria generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali”.
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Sia chiaro, si tratta solo di indiscrezioni. Ma da quanto scrive oggi AVVENIRE (CLICCA QUI) pare che le parti in campo - vescovi italiani, Governo e Comitato tecnico-scientifico - stiano concretamente trattando su alcune ipotesi ragionevolmente concrete.
Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale di Francia, a nome di tutti i vescovi, prende atto “con rammarico” della data del 2 giugno “imposta ai cattolici e a tutte le religioni del nostro Paese” per poter riprendere le celebrazioni con presenza di assemblee.
La Chiesa italiana non ha alcuna volontà “di strappare col governo, né di fare fughe in avanti. L’intenzione è quella di andare avanti col dialogo costruttivo”.