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In occasione dei cinquant’anni dall’istituzione della Commissione teologica internazionale (Cti) voluta da San Paolo VI nel 1969, Vatican media ha realizzato un documentario che fu trasmesso in anteprima durante le celebrazioni ufficiali del cinquantenario della Cti.

 

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Oggi, vigilia della festa di San Francesco di Sales, il Santo Padre ha reso noto il Messaggio per la 55ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali. Un’opportunità in più per i giornalisti leccesi che domani alle 10,30 si incontreranno a Santa rosa per un momento di riflessione guidato da don Adolfo Putignano, sul tema “«Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono” e alle 11,15 parteciperanno all’eucarestia presieduta dall’arcivescovo.

 

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Novità a Tv2000: a partire da domani 24 gennaio il telegiornale andrà in onda anche la domenica con due edizioni alle 18.30 e alle 20.30.

 

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Riconosciute ieri le virtù eroiche del sacerdote barlettano le virtù eroiche del Servo di Dio, don Ruggero Maria Caputo, che diventa quindi venerabile. Il suo nome, infatti, figura tra quelli inseriti nei decreti autorizzati oggi da Papa Francesco a seguito dell’udienza con il card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi.

Don Ruggero Maria Caputo, sacerdote diocesano, nato il 1° maggio 1907 a Barletta e ivi morto il 15 giugno 1980. Si distinse come direttore spirituale soprattutto e apostolo dell’Eucarestia e delle vocazioni sacerdotali e religiose, particolarmente femminili: si racconta che ben 450 ragazze siano diventate suore grazie al suo ministero di padre spirituale e confessore. L’amore per il mistero eucaristico gli consentì di sopportare le sofferenze dovute ad una dolorosa malattia.

Da don Ruggero il nostro arcivescovo Seccia ha ricevuto il dono della prima confessione nell’istituto delle suore dove il piccolo Michele frequentava la scuola elementare. E non è del tutto da escludere che non fu anche don Ruggiero, dotato di questa sua speciale vocazione, a gettare nel cuore di Seccia i primi semi della vocazione al sacerdozio ministeriale.

Scrive il postulatore diocesano don Sabino Lattanzio a proposito di questa suo apostolato dedicato alla “semina vocazionale”: “L’esca per attirare tanta gioventù al Signore fu l’esercizio costante del sacramento della penitenza e il servizio reso nella direzione spirituale. Scriverà negli appunti dei primi anni di sacerdozio: ‘Mentre sento la voglia di fuggirmene lontano (dal confessionale), quel dolce patibolo mi dà tante attrattive per divenire predatore di anime… perché ho visto certi cambiamenti: …dove tutto era vanità e mondo è diventato santa modestia e disprezzo del mondo’”.

Nei decreti firmati dal Papa vengono riconosciute anche le virtù eroiche di altri cinque nuovi Venerabili: la Serva di Dio Maria Giuseppa di Gesù (al secolo: Elisabetta Prout), fondatrice della Congregazione delle Suore della Ss.ma Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; il Servo di Dio Giacomo Masarnau Fernández; il Servo di Dio Pasquale Canzii, seminarista; le virtù eroiche della Serva di Dio Adelaide Bonolis, fondatrice delle Opere di assistenza e redenzione sociale; le virtù eroiche del Servo di Dio Jérôme Lejeune. Medico francese e genetista. Autore di numerose ricerche di genetica umana, nel 1959 scoprì, in collaborazione con R. Turpin, che il mongolismo (o idiozia mongoloide) è dovuto alla presenza di un cromosoma soprannumerario nella coppia n. 21 (trisomia 21). Da tale osservazione ebbe origine una serie d’importanti ricerche sulle anomalie della distribuzione dei cromosomi nell’uomo e sulle conseguenti sindromi morbose. Nel 1994 è stato nominato accademico pontificio. Socio straniero dei Lincei dal 1982, nello stesso anno è diventato membro dell’Académie des sciences morales et politiques. Nel 1984 ha ricevuto il Premio internazionale Feltrinelli. 

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“Vizi e virtù - Conversazione con Francesco” è la serie che verrà proposta prossimamente sul Nove in tre prime serate e che si snoda attraverso sette episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù, rappresentati dal genio creativo di Giotto nella Cappella degli Scrovegni di Padova.

È proprio il delicato rapporto che intercorre tra i 7 vizi capitali (ira, disperazione, incostanza, gelosia, infedeltà, ingiustizia, stoltezza) e le 7 virtù (le 4 cardinali prudenza, giustizia, fortezza, temperanza più le 3 teologali fede, speranza e carità) il motivo conduttore dell’intimo dialogo tra Bergoglio e don Marco Pozza, cappellano del carcere “due Palazzi” di Padova. 

“Siamo caduti nella cultura dell’aggettivo, ci siamo dimenticati dei sostantivi”, afferma il Papa: “Non ci dimentichiamo che sei una persona, tu sei un uomo, sei una donna. È più importante essere uomo o donna che non avere questi vizi e virtù. Dio non ama l’aggettivazione della persona, ama la persona, come è”. 

Il lavoro (CLICCA QUI ), condiviso con Papa Francesco, è realizzato da Officina della Comunicazione per Discovery Italia e vede una forte impronta autorale di don Marco Pozza che conduce la conversazione e “viaggia” nel mondo alla ricerca di storie. 

Commenta don Pozza: “Questo progetto è la naturale prosecuzione di un percorso editoriale iniziato nel 2017 assieme a Papa Francesco. Dopo ‘Padre Nostro’, ‘Ave Maria’ e ‘Io Credo’ (regia di Andrea Salvadore), con ‘Vizi e Virtù’ abbiamo scelto di alzare l’asticella, andando a perlustrare una platea di telespettatori forse poco avvezzi a queste tematiche”.

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“Gli strumenti più utilizzati per porsi in relazione con gli altri sono rispettivamente WhatsApp/Telegram (utilizzati per questo scopo specifico dal 56,0% dei rispondenti) e le e-mail (54,0%), dispositivi digitali ampiamenti utilizzati anche per collaborare e favorire la partecipazione”.

 

 

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