Non c’è persona che, almeno in un particolare momento della sua vita, non si sia abbandonato a coltivare i sogni.
Scrive Mario Luzi in una sua poesia: “La tua porta è ancora chiusa/c’è una parola per passare il segno?”. Il poeta riflette sul “terzo millennio”, ma forse non è una forzatura applicare i versi al dopo pandemia.
Per i motivi a tutti noti, oggi si parla sempre più di una crisi irreversibile della Chiesa. Secondo molti analisti, essa assomiglierebbe a una “casa che brucia”, a una “barca che sta per inabissarsi nel mare”, a una “comunità che sta implodendo al suo interno”.
I promotori lo chiamano ‘referendum cannabis legale’: ma la prima e la terza parte del quesito riguardano ogni tipo di droga, mentre la seconda, limitata alle droghe “leggere”, fra cui la cannabis, in realtà non la rende ‘legale’. Provo a motivare perché ci si trova di fronte a un caso esemplare di frode da etichetta.
Rilanciamo volentieri un articolo redatto dal vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli dal titolo “Un nuovo tradimento. Don Tonino Bello e la cultura libertaria”, pubblicato lo scorso 3 settembre da ‘L’Osservatore Romano’.
Come era stato previsto, il dato generale dell’affluenza, alle elezioni amministrative, è risultato in forte diminuzione: si attesta al 54,69%, in questo primo turno delle amministrative, segnando un record per la bassa partecipazione al voto.