Parto da una domanda aperta che l’arcivescovo ha rivolto a noi, Chiesa di Lecce, nel Messaggio alla città dell’altra sera: “Siamo davvero pronti ad educare i nostri ragazzi ai valori della libertà e della corresponsabilità?”.
In una stagione intasata dagli slogan, attraversata da spinte disordinate e confuse, l’arcivescovo Michele Seccia ha scelto, per il tradizionale Messaggio alla città - in occasione della celebrazione dei Santi Patroni - un linguaggio asciutto, lineare, semplice e però preciso, incisivo, coinvolgente e carico di tensione progettuale.
In quella che egli stesso ha definito una festa "strana", risuonano quest'anno con ancor più forza le parole del Messaggio che l’arcivescovo di Lecce per tradizione rivolge alla città e all'intera diocesi.
Quando fu approvata la legge 194, il tenore letterale dei suoi articoli e gli intenti dei suoi promotori individuavano nell’intervento abortivo l’extrema ratio: si sarebbe proceduto a esso solo se la fase della prevenzione/dissuasione non fosse riuscita a far recedere la gestante dall’ivg grazie alla prospettazione da parte del medico o del consultorio di “concrete alternative all’aborto”.
Ci risiamo. Cinque parlamentari pizzicati a chiedere il bonus per le partite Iva, oltre ad un numero imprecisato di consiglieri regionali.
Nel pieno dell’estate sono risuonate forti le parole del ministro della salute: “Voglio lanciare un appello ai giovani. In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Ai ragazzi e alle ragazze dico: state attenti perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento”.