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“Avere speranza e donare speranza”. Questo il cuore del messaggio che l'arcivescovo, Michele Seccia, ha inviato attraverso un video al sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, agli assessori, agli amministratori comunali ed a tutto il personale di Palazzo Carafa – e attraverso di loro a tutti gli amministratori dei comuni della diocesi in occasione della Santa Pasqua.

 

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Non conosce sosta il cammino degli incontri (seppur attraverso i mezzi di comunicazione) che l’arcivescovo Michele Seccia continua a riservare alla intera comunità diocesana nelle sue varie espressioni, per manifestare affetto, vicinanza umana e spirituale e infondere coraggio e speranza.

 

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Con la celebrazione commemorativa dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme avvenuta in modo straordinario nella cappella del Seminario arcivescovile, anche la nostra Chiesa particolare ha varcato le soglie della Settimana Santa, il tempo propizio per riscoprirci ed essere discepoli del Signore.

 

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Non smette di pregare e di volgere il suo pensiero costante alla sua comunità diocesana e così l'arcivescovo stamattina ha scritto e inviato attraverso i sacerdoti in chat una nuova Lettera a tutte le famiglie della Chiesa di Lecce.

 

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Una lettera breve e ben circostanziata l'arcivescovo Michele Seccia (in calce anche la firma anche del direttore della Caritas diocesana don Nicola Macculi) l'ha inviata a tutti i sindaci dei comuni della diocesi di Lecce, incoraggiando il loro lavoro sul campo e chiedendo un occhio particolare per i poveri attraverso i sussidi ricevuti in questi giorni dal Governo.

 

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Con una lettera alla comunità diocesana (e con l'annuncio stasera al termine della Lectio Divina in diretta tv) da far giungere - attraverso i parroci, i sacerdoti, le associazioni e i movimenti ecclesiali - al popolo di Dio che è in Lecce l'arcivescovo Michele Seccia ha indetto una Giornata diocesana penitenziale di digiuno e preghiera per il 3 aprile, “venerdì di passione”, tradizionalmente ricordato a Lecce come il “venerdi dell'Addolorata” per via dei solenni festeggiamenti promossi dall'omonima confraternita nella chiesa di Sant'Angelo, nel centro storico della città. Ecco il testo integrale della lettera.

 

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